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HomeSaluteConvegno a Catania “Nuove generazioni in oftalmologia siciliana a confronto”

Convegno a Catania “Nuove generazioni in oftalmologia siciliana a confronto”

A margine del convegno svoltosi nel mese di ottobre a Catania, dal titolo “Nuove generazioni in oftalmologia siciliana a confronto”, organizzato dalla dottoressa Stefania Basile e dal dottore Andrea Russo con il patrocinio dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità Italia, della Clinica oculistica dell’Università di Catania e la FIMP di Catania abbiamo chiesto alla dottoressa Stefania Basile di approfondirci uno dei temi più dibattuti, quello dell’ambliopia.

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L’ambliopia, detta comunemente “occhio pigro” è la ridotta capacità visiva mono o bilaterale, non immediatamente migliorabile con correzione ottica. Comprende sia i casi in cui sia dovuta a cause non clinicamente svelabili ma anche cause organiche (cataratta congenita) o differenze di refrazione (anisometropia).

L’ambliopia ha un substrato anatomico perché particolari cellule di certe aree cerebrali si sviluppano poco o nulla con la conseguenza che il bambino si servirà solo dell’occhio migliore.

Bisogna cercare il motivo per cui la forza visiva dell’altro occhio è indebolita o non progredisce come normalmente avviene o peggiora; un’ambliopia non trattata o trattata troppo tardivamente significa visione mediocre o scarsa di quest’occhio che rimarrà tale e non sarà migliorabile nel tempo. Si concorda sul punto che quanto prima si f a la diagnosi tanto più facile è la rieducazione tanto migliore la prognosi visiva.

Il problema è che per scoprire precocemente l’ambliopia bisogna cercarla poiché il bambino non se ne lamenta, pertanto bisognerà utilizzare dei segni indiretti desumibili nella diagnosi precoce.

Da pochi anni ci viene in aiuto nel gravoso compito della diagnosi precoce uno strumento di tecnologia innovativa, il videorefrattrometro binoculare a distanza che permette di individuare difetti visivi in pazienti di tutte le età, anche dai primi mesi, in bambini non collaboranti, perché dotato di luci colorate e suoni capaci di attirare l’attenzione del piccolo paziente. Più precoce è la diagnosi e il trattamento maggiori sono le possibilità di recupero della vista.

Il trattamento più praticato è l’occlusione dell’occhio migliore e dura fino a che i due occhi non vedono allo stesso modo e il progresso raggiunto non sia consolidato.

L’occlusione deve essere fatta in modo rigoroso, il bambino non deve poter sbirciare; l’ideale è applicarla sulla pelle(ci sono in farmacia bendaggi appropriati) e deve essere monitorata nel tempo per non rischiare un’ambliopia dell’occhio sano. Quanto detto potrebbe sembrare un compito arduo ma è fondamentale e non impossibile.

Per informazioni : [email protected]

 

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