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La configurazione ambientale del nucleo demenze come modello terapeutico di cura

Il senso della nostra vita è la nostra memoria; La memoria di ieri aiuta l’oggi; Gli ospiti affetti da demenza vivono legati ai loro ricordi, dimenticano molte cose recenti, ma la maggior parte di loro abita l’oggi in un periodo di tempo della loro vita passata  orientarli all’oggi significa demolire una loro certezza, creando in loro sentimenti di insicurezza che manifestano con agitazione. I nostri comportamenti vengono strutturati con l’ambiente domestico; la nostra mente tende a codificare dando loro significato:

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Vi è un luogo per riposare.

Vi è un luogo per mangiare.

Vi è un luogo per dormire.

Ma vengono strutturati anche con l’ambiente esterno.

La città – il paese – il borgo – il ristorante – il bar – la piazza – il medico – la chiesa – il parco

Concezione architettonica degli spazi

II rispetto della condizione degli ospiti accolti nelle RSA e le esperienze nazionali ed estere suggeriscono concezioni architettoniche e soluzioni progettuali di spazi privati e personalizzati articolati per piccoli nuclei di ospiti, di dimensioni modulari e locali comuni per attività varie.

Nel loro insieme le soluzioni debbono configurare un tessuto abitativo articolato in cui siano presenti, accanto alle camere, zone dedicate alle relazioni sociali, collegamenti tra le varie aree per agevolare la mobilità dei presenti e spazi riservati ad attività occupazionali e di laboratorio per impegnare fattivamente gli ospiti secondo le loro esperienze ed attitudini.

È auspicabile, ove possibile e soprattutto nei casi di ristrutturazione di edifici in centri urbani, la previsione di ulteriori spazi da dare in gestione “all’esterno” (negozi, servizi, ecc.) tali da accentuare l’integrazione della struttura con il contesto urbano.

Prospettive assistenziali, n. 106, aprile-giugno 1994 linee guida del ministero della sanità sulle residenze sanitarie assistenziali.

Con queste premesse la nuova interpretazione del nucleo demenze tende a superare il concetto di arredamento sanitario, cercando di ricreare un habitat di vita, un habitat che pone in risalto il concetto della Persona con Demenza e non della Persona Malata di Demenza.

Il nucleo viene destrutturato dal concetto corridoio, sala pranzo, camere, e viene riconformato in ambienti di funzione.

Il corridoio diviene una strada con lo scopo di collegare lo spazio privato (camere degenza) con lo spazio pubblico, ristorante (sala pranzo) circolo ricreativo (sala attività occupazionale) locale medico visite medico condotto (sala infermieri) bar, stazione treno, ambiente relax e multisensoriale.

 

Progetto  ambientale – linee guida

Viene ricreato uno spazio verde di sosta (appena si entra nel nucleo) con un affaccio sul cielo, questo consente una visione verso l’esterno dal lato opposto, raggiungibile percorrendo una strada dove l’orientamento della persona è supportato dalla diversa colorazione delle pareti, sia a destra che sinistra, inoltre ogni porta viene caratterizzata con immagini che riproducono portoncini di ingresso, con colorazioni diverse.

A metà della strada abbiamo un luogo di attività che consente di sviluppare oltre che la terapia della sabbia le attività ortoterapiche, riproducibili nei mesi estivi utilizzando anche lo spazio esterno adiacente, inoltre un tavolo componibile per attività collettive e delle aree relax con divani e poltrone.

Nella strada (il corridoio) sono presenti delle finestre che consentono per alcune camere di vedere fotografato l’interno, oltre che le cassette delle lettere con la possibilità di esporre elementi significativi della storia personale, oltre ai campanelli con i nominativi.

La strada porta ad un Bar attrezzato sulla zona ristorante pranzo e relax e continuando abbiamo la possibilità di uscire nel parco in un percorso sicuro e attrezzato con alcuni pannelli di riabilitazione,  uno musicale, due riabilitativi arti superiori e uno cognitivo.

Nella piazza del Bar è presente la stazione ferroviaria con lo scompartimento treno attrezzato, oltre che un locale relax multisensoriale.

 

Inoltre sono presenti anche poltrone che consentono ad alcuni ospiti di evitare la contenzione opponendosi alla caduta frontale (presidio medico).

Con questo progetto vogliamo iniziare un percorso che dovrebbe portare ad attenuare nello specifico alcune manifestazioni comportamentali attualmente presenti:

– scambio della propria camera

wondering a-finalistico

– privazione sensoriale dovuta ad una omogeneità delle finiture cromatiche

– bisogno di andar via privo di ogni risposta (terapia del viaggio)

– possibilità di stimolazione musicale sensoriale olfattiva

– possibilità di zone di sosta appartate per i familiari

– possibilità di miglior controllo anche visivo da parte del personale

Queste sono le principali finalità dell’habitat terapeutico, certamente l’ambiente rappresenta un punto importante ma è fondamentale la condivisione con tutto il personale e i familiari, ricordandosi sempre che il personale è la PRIMA TERAPIA NON FARMACOLOGICA

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