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Il Terzo Sesso si trovava già nel Kamasutra

Ancora una volta la cultura orientale ci sorprende con la sua modernità in fatto di identità di genere. Mentre da questa parte di mondo cerchiamo ancora affannosamente di definire chi è maschio chi è femmina, chi è fluido (queer), chi è transgendere  maschio vs femmina, e femmina vs maschio, Nepal, Pakistan, India e Bangladesh hanno tutti legalmente riconosciuto l’esistenza di un terzo genere, anche per quanto riguarda il passaporto e gli altri documenti ufficiali. Quindi nè uomo nè donna e nè transgender ma proprio un terzo sesso, con attributi maschili e femminili tanto fisici che psichici e spirituali.

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Hijra è uno dei termini maggiormente utilizzati nella cultura dell’Asia meridionale – ma soprattutto in India – per riferirsi a quelle persone che si considerano come transgender o transessuali. In altre regioni le persone transgender sono note anche come Aravani, Aruvani o Jagappa. In Pakistan gli Hijra si possono identificare col genere maschile o femminile ma anche come un terzo genere. Qui il termine più comunemente usato dagli operatori sociali e membri della comunità transgender è khwaaja Sira ed è in grado d’identificare l’individuo come una persona transessuale, transgender (khusras), cross-dresser (zenanas) o eunuco (narnbans). Gli hijra hanno una storia registrata nel subcontinente indiano sin dall’antichità, come suggerito anche dal Kāma Sūtra. Questa storia presenta una serie di ruoli ben noti all’interno delle culture del subcontinente, parte di un’identità di genere ‘liminale’ ed in parte una “sopravvivenza spirituale”. In Asia meridionale, molti degli hijra vivono in ben definite ed organizzate comunità, guidate da un guru; queste si sono sostenute di generazione in generazione “adottando” giovani ragazzi che sono stati respinti, o che sono fuggiti, dalla loro famiglia di origine in quanto omosessuali. Molti lavorano, per poter sopravvivere, nell’ambito della prostituzione maschile.

La parola ” Hijra “è una commistione Urdu-Hindustana e deriva dalla radice semitica araba hjr nella sua accezione di “lasciare la propria tribù,” ed è stato preso in prestito in Hindi. L’uso indiano è stato tradizionalmente tradotto in inglese come “eunuchi” o “ermafrodita”, dove “l’irregolarità dei genitali maschili è fondamentale per la definizione”. Tuttavia, in generale gli hijra sono nati con fisiologia tipicamente maschile, solo pochi essendo nati con variazioni riconducenti all’intersessualità. Alcuni Hijras subiscono un rito di iniziazione nella comunità chiamato nirwaan, che si riferisce alla rimozione di pene, testicoli e scroto.

Dalla fine del XX secolo, alcuni attivisti Hijra e delle organizzazioni non governative (ONG) occidentali hanno fatto pressioni per ottenere il riconoscimento ufficiale della comunità hijra come una sorta di “terzo sesso” o “terzo genere”, come creature che non sono né uomo né donna: sono riusciti ad avere il successo sperato ed ottenuto questo riconoscimento in Bangladesh con la priorità in materia di istruzione ed eleggibilità politica. In India, la Corte Suprema nell’aprile 2014 ha riconosciuto le persone transgender come ‘terzo sesso’ in un’apposita legge.

In India del nord è la “Dea trans” Bahuchara Mata che viene adorata dai Pavaiyaa. Nell’India meridionale invece, la dea Renuka si crede abbia il potere di cambiare il proprio sesso; i suoi devoti maschi in abiti femminili sono noti come Jogappa: essi svolgono un ruolo simile agli hijra, come l’esser adibiti a danze e canti all’interno delle cerimonie di nascita e durante i matrimoni.

La parola Kothi (o Koti) è comune in tutta l’India, simile al Kathoey della Thailandia, anche se i kothis sono spesso distinti dagli hijra, essendo i primi considerati come uomini femminili o ragazzi che assumono un ruolo femminile, intrattengono rapporti sessuali con gli uomini, ma non vivono in quel tipo di comunità intenzionale che gli hijra di solito si sono costruiti. Inoltre, per quanto riguarda l’eventuale rito di iniziazione, non tutti i kothis hanno subito la procedura di modifica del corpo per diventare un hijra.

Hijra viene anche usato per essere tradotto in inglese come “eunuchi” o esseri affetti da “ermafroditismo”, anche se gli storici LGBT o gli attivisti per i diritti umani hanno cercato di comprenderli nella definizione di transgender.

 

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Susanna Basile
Susanna Basilehttp://www.susannabasile.it
Susanna Basile Assistente di redazione Psicologa e sessuologa
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