Inizia così con due donne che cominciano a citare le definizioni degli organi anatomici della sessualità femminile opportunamente presi dall’enciclopedia Treccani. E noi pedissequamente riportiamo la dicitura per dimostrare quanto le nostre strepitose ragazze abbiano ragione. La Treccani sulla Vulva: “L’insieme degli organi genitali esterni femminili. Nella specie umana, appare come una superficie lievemente rilevata, ovoidale, ad asse sagittale, situata nell’ambito del perineo anteriore. I suoi elementi costitutivi più superficiali sono rappresentati dalle grandi labbra, due grosse pieghe cutanee che, nella linea mediana, delimitano una fessura, detta rima del pudendo. Le grandi labbra ricoprono altre due pliche meno voluminose, le piccole labbra o ninfe, che immettono in una cavità poco profonda (il vestibolo della vagina) su cui sono situati, sulla linea mediana, procedendo in senso postero-anteriore: l’orifizio vaginale, il meato uretrale e la clitoride”.
Come è possibile che parlare di qualcosa di così naturale come il nostro corpo, come i nostri genitali, come le funzioni dei nostri genitali, cioè fare sesso da soli o in compagnia, ancora nel 2022 sia ancora un tabù?
Così partendo da questo presupposto invece di fare ridere con i soliti doppi sensi e le allusioni da osteria, così tanto care a noi italiani sul sesso e compagnia bella, le “nostre” fanno ridere e riflettere su come il nostro corpo non ci appartenga in quanto qualcun altro, e il bello non si sa bene chi, molti dicono la religione ma loro le ragazze, da gran furbone non ne fanno nemmeno cenno; molti dicono chi comanda soprattutto, famiglia, scuola, lavoro e non ultimi la Medicina, che non va bene conoscere il proprio corpo o per lo meno non più di tanto, che poi ci pensano loro non si sa bene chi, che fanno il loro mestiere di proteggerci, che poi non si bene da che cosa.
Il coinvolgimento del pubblico fa bene alla salute e quindi immaginiamo faccia bene pure alla vagina che stavolta ha smesso di fare i monologhi alludiamo all’opera teatrale di Eve Ensler, appunto I monologhi della vagina: l’autrice scrisse la prima bozza dei Monologhi nel 1996, dopo aver intervistato duecento donne sulle loro idee sul sesso, relazioni, e violenza contro le donne. In breve tempo divenne famosa in tutto il mondo ma lei parlava di violenza, stupri, incesto…le nostre ragazze parlano di piacere, curiosità, esplorazione. Perché se sai darti piacere puoi chiedere piacere: se non conosci il piacere anzi se associ il dolore alle tue parti genitali come l’esempio delle mestruazioni, potresti non uscire mai da questo circolo vizioso, dove il vizio è il dolore, e non il piacere. Così infatti le ragazze fanno passare delle polizze anonime per conoscere quale la condizione delle spettatrici rispetto al loro “menarca” che sarà un dio greco, o un pastore maremmano, ma che comunque ha segnato la vita di ogni ragazza. “Da oggi sei signorina” suffragata da dolori disseminati in tutto il corpo, “era meglio prima” avranno detto la maggior parte delle donne, ma la bravura delle attrici nell’improvvisazione della lettura dei biglietti ha dimostrato la stoffa di quest’ultime. Quando la prova finale dell’Orgasmo sapientemente ripresa da un’opera della grande Franca Rame ha lasciato a bocca aperta il pubblico astante che è tornato a casa un po’ più consapevole e un po’ meno bacchettone, almeno si spera.
Da far vedere ai ragazzi e alle ragazze e ai loro genitori. Ma più volte però, anche una volta alla settimana che così intenti a stringerlo e a stringerla tra le gambe spesso si dimenticano della loro esistenza!!!
Conosciute durante il Catania Off Fringe Festival hanno fatto sold out durante tutte le repliche.