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Gli otto pensieri della quarantena

* – È un grande momento di crescita spirituale per tutta l’umanità, una grande occasione di meditazione. La politica rissosa e geolocalizzata sperimenta che ogni essere umano è uguale, e che nessuno è immune, non dal coronavirus, ma dalla bestialità. Occorrerebbe approfittarne.
* – La malattia non esiste. Esiste la sofferenza. La malattia é un atteggiamento del corpo e della mente. Meditare, coltivare la “spiritualità” aiuta a non essere mai “malati”, anche di fronte a una malattia terminale. Questo dovrebbero insegnare gli psicologi. Questo dovrebbe essere al centro di un programma di governo: l’arte del morire e una maieutica del vivere. Ma fin quando insegnanti e psicologi vivranno nella paura, andranno in tv a predicare paura, a scuola a predicare sconforto, verranno fuori generazioni terrorizzate e schiave della manipolazione mediatica e politica. Quest’epoca privilegiata potrebbe finire (non a causa dei virus, ma per il delirio psicotico di massa) e con essa tutto il corteo di privilegi di una generazione viziata. PS. In altri termini, questo è il momento storico per essere in sintonia col “Nous”, per essere oltre il concetto di “conoscenza ipotetica”, “vivere” l’esperienza del concetto che si libera del carattere ipotetico che è pure della matematica (almeno secondo l’accezione platonica) e di proiettarsi nella vera intuizione dialettica.
* – Ho visto palesarsi il Metro di Distanza in zona Tondicello della Plaja.
* – Come previsto negli anni scorsi: stiamo tornando all’isolamento degli Stati Nazionali. Ciò rappresenta il più grande fallimento dell’idolatria della cultura scientista degli ultimi secoli. Quelli che denunciavano il sovranismo sono al centro della peggior dittatura sovranista. Nell’arco di poche settimane è stato necessario ricorrere a logiche da vecchi manuali di storia. Siamo stati trasportati in un altro tempo geografico. Forse siamo i testimoni di un evento epocale. Gli unici ad aver evocato scenari simili in tempi non sospetti, sono stati pazzi, santoni e artisti visionari. Con buona pace dei soloni del Cicap, il mondo non finirà mai di stupirci se ascoltiamo la voce dei reietti.
* – Finalmente ho conosciuto i miei vicini dopo 20 anni che abitiamo insieme!
* – Sto cominciando a dimenticarmi le facce di amici e parenti…
* – La prova che il sapiens sia un parassita, un virus, sta nel fatto che abbiamo la straordinaria capacità di adattarci al cambiamento con rapidità straordinaria. Io, per esempio, mi sono assolutamente abituato a questi “nuovi” ritmi, a questa routine che comincia a diventare sacra. Ho quasi terrore del Day One, quando tutti “dovranno” tornare fuori… penso che quel giorno rimarrò a casa.
* – Ho comprato tante di quelle cose inutili, fatto una spesa così esagerata… neanche stessimo alla fine dei giorni. Se muoio, mandate per favore qualcuno a prendere queste provviste e ditegli di lanciarle alle popolazioni bisognose per costituire un nuovo culto del cargo in mio onore.

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