Home Rubriche L'intervista La Verità Indiretta secondo lo scrittore e formatore Roberto Biasotti

La Verità Indiretta secondo lo scrittore e formatore Roberto Biasotti

Chi è Roberto Biasotti?

Sono un esperto di strategie di comunicazione e scrittore. In realtà mi considero un cronista del tempo. Sono una persona che crede e che soprattutto è. E mai crede di essere.

Leggo dalla tua biografia che sei un Trainer Motivazionale e Formatore di strategie comunicative iscritto regolarmente ad un albo valido e abilitante, cioè all’ A.I.F. (Associazione Italiana Formatori). Quali sono i tuoi principali “stratagemmi”?

Nella formazione/comunicazione /motivazione, utilizzo una “metodologia deduttiva”. Vale a dire che con gli anni ho messo a punto una, se vogliamo definirla tecnica, che è l’insieme di competenze trasversali, dal teatro allo psicodramma, dagli anni come speaker radio agli studi sulla comunicazione interpersonale, alla filosofia buddista. Tutto concorre a far sviluppare nel “trainato”, una consapevolezza interiore, senza induzioni e senza partiture specifiche. Ognuno con le proprie dimensioni ognuno con il suo vestito e la sua taglia. Ognuno con il suo viaggio.

 

Chi è il Trainer Motivazionale?

Il Trainer Motivazionale, appunto è colui che “traina” un soggetto da una dimensione ad un’altra in una sorta di passaggio inevitabile, mediante un “restyling”. Esso si basa su diverse tecniche effettuate in studio, sia di stampo ludico che applicativo nelle varie forme di test e prove pratiche. La motivazione è l’essenza dell’azione, quindi si cerca di rendere tutto molto pragmatico, ma semplice e fluido.

Chi è il Formatore di strategie comunicative?

Il Formatore di strategie comunicative è la funzione del comunicatore/Formatore e delle sue competenze applicate in varie misure e in differenti e molteplici situazioni. Ad esempio nelle formazioni di gruppo o semplicemente nelle esplica ioni via social tramite il mio programma face /radio: “La verità indiretta”.

 

Sei stato una guardia ecozoofila, pensi che da questa esperienza, occupandoti in maniera professionale della “voce” umana, ti è venuta l’idea di scrivere un libro su La voce degli animali?

L’esperienza come Guardia zoofila mi ha dato tanto. Soprattutto ciò che non devo fare nella vita, rispetto agli animali. Ho visto purtroppo molte cose non propriamente chiare. Ho vissuto situazioni che mi hanno poi aperto la strada a cambiamenti nelle valutazioni, ma mi hanno poi sospinto verso ricerche di verità ancora più profonde, con conseguenti attacchi a me indirizzati da parte di chi in realtà, non manifestava tutto questo senso filantropico nei confronti degli animali. E con questo voto anche molti che si definiscono loro malgrado “animalisti” nascondendosi dietro l’etichetta, che cela solo ricerca di compensazioni e, perché no? Ovviamente denaro facile. Il libro nasce con l’esigenza di dare voce ad alcuni di essi, tra i tanti che ho salvato, rendendoli umani, più degli umani.

 

La “voce” mi fa pensare comunque all’emissione della “parola” da parte “umana” (il “verbo” biblicamente parlando) “In principio era la Parola… e la Parola era Dio “, nel senso di creazione. Cosa ne pensi delle frasi: “Io creo quel che dico” e “Io dico quel che creo”, “semanticamente parlando”?

Penso che ho sempre detto ciò che pensavo. E se il pensare rappresenta una creazione, sicuramente i miei pensieri creano immagini e viceversa che poi sfociano nella parola parlata o nella scrittura, quindi vocale scritto. Poi ovviamente quando ho creato, dico. E li nascono i problemi. Chi dice la verità, in generale, gode sempre della grande fortuna di essere attenzionato sia in bene che in male…

“Le aquile non volano a stormi” canzone di Franco Battiato dall’album Dieci stratagemmi del 2004: “In silenzio soffro i danni del tempo, le aquile non volano a stormi, vivo è il rimpianto della via smarrita nell’incerto cammino del ritorno…”. Una tua opinione su questi “versi”?

A proposito di aquile mi viene in mente il libro di Antony De Mello “L’Aquila che si credeva un pollo”! Beh… Sì, in verità le aquile volano da sole e molto in alto, ma la consapevolezza del loro saper liberarsi in aria, spesso non è alimentata dall’esterno. Bisogna ricercarla dentro e talvolta salterà qualcuno a ricordarle che può farlo e anche bene! Ma mai aspettarsi qualcosa da fuori, altrimenti anche questa opportunità verrà negata…

 

In questo particolare momento dove esprimersi riguarda principalmente la “vita umana” come diventa occuparsi in maniera “emergente” della nutrizione e l’assistenza della “vita animale” soprattutto dei cani e dei gatti randagi, che popolano “ignari” la nostra isola (Sicilia) e la nostra penisola?

La situazione della Sicilia relativa ai randagi è gravissima. Purtroppo non si è capito che la sterilizzazione è fondamentale (secondo me si è capito ed è per questo che non si vuole fare. I cuccioli rendono). Esistono, secondo fonti accreditate, forti interessi di ordine economico, in cui proprio coloro che apparentemente vogliono salvaguardare vita e il benessere animale, utilizzano gli stessi, per scopi personali e per far soldi. Vi sono anche però persone integerrime, ma che purtroppo essendo in forte minoranza, devono sottostare ad un sistema corrotto da anni, che nessuno ha il coraggio e la forza di debellare.

Un cane che attraversa la strada che provoca un grave incidente o animali ammalati che diffondono poi situazioni epidemiche: bisogna mettere in sicurezza un territorio. Ma i cani marciscono nei canili, denutriti e con strutture del secolo scorso. E alla fine la solita domanda: dove vanno a finire i fondi stanziati per queste strutture?

Diversi sono i tuoi progetti in ambito comunicativo, come il programma su Facebook “La verità indiretta” e il programma con gli autori di Carthago. Per farti la domanda utilizzo ancora un testo di Battiato “Apparenza e realtà” dallo stesso album del 2004: “Tempi tumultuosi e quindi resto confinato nella mia stanza. Immobilizzato da così lontananza al mondo. Mi sento estraneo”. Cosa mi racconti in proposito?

“La verità indiretta” nasce con lo scopo di fare un servizio pubblico su di una piattaforma privata che è Facebook (oltre che youtube). È anche una mia esigenza di rimettermi davanti ad un microfono e fare la radio come ho sempre voluto fare, ma che era aprioristicamemte basata su altro, su musica da proporre per forza maggiore. Il programma, nato da pochi mesi, sta letteralmente decollando e tanti sono stati gli ospiti, da Viola Valentino, Tiziana Rivale, Pino Scotto, Samuele Venturini noto biologo e tanti altri.Tratto anche fatti di cronaca e informazione e cultura come la rubrica del mercoledì sera “Speciale Carthago libri in onda”. Diciamo che il testo di Battiato a cui ti riferisci, non mi lascia confinato, bensì mi fa stare El mondo e mi offre l’opportunità di fare una sorta di “Rivoluzione Umana” di cui parla, ad esempio il Buddismo.

 

Sei un Praticante Buddista dal 1987 (scuola Nichiren). Ancora una volta testo di Battiato, “Quello che c’è, ciò che verrà. Ciò che siamo stati. E comunque andrà. Tutto si dissolverà. Nell’apparenza e nel reale. Nel regno fisico o in quello astrale. Attraversare alla fine. La porta dello spavento supremo”. Una tua opinione sulla paura e l’attraversamento della “porta dello spavento supremo”?

Come praticante buddista da 31 anni, ritengo fondamentale la legge di causa/effetto. Difficile da spiegare così, in due parole. In sintesi, ogni effetto che riceviamo, è prodotto da una causa che abbiamo posto in passato e che l’effetto futuro, sarà determinato da una causa che poniamo nel presente. Quindi molto importante è come reagiamo alle circostanze della vita. Credo che l’azione implica motivazione e responsabilità, oltre che incisività. La reazione, al contrario porta inevitabilmente destabilizzazione, anche emotiva e zero risultati. La capacità sta nel trasformare la reazione in azione e poi vincere. Questo è comprovato e in tal senso ho zero dubbi. La paura è determinata dal male che uno si porta dentro. Come dicevano le nostre nonne: “Male non fare, paura non avere”. E non è buonismo, poiché tutto sta nella motivazione. Essere duri, non è sinonimo di cattiveria. La gente confonde la sicurezza con l’arroganza e l’umiltà con la passività. Bisogna dare in modo che la formazione entri nelle scuole e crei da subito menti ricettive e uomini e donne consapevoli e forti, con determinazioni e voglia di fare e di vivere, questo per un futuro migliore per tutti.

Exit mobile version