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“La finestra aperta” sul mondo interiore e esteriore di Mariangela Bottone, un libro di lettere d’amore edito da Carthago

A colloquio con Mariangela Bottone poetessa che scrive “lettere d’amore” dalla sua Finestra aperta, durante la notte. Mariangela è come se fosse una principessa rapita nel suo mondo di favole, nel suo castello dove qualcuno venga e liberarla per portarla con sé dove tutto è bello, giusto e soprattutto a lieto fine. Ed è imprescindibile intervistarla se non attraverso i suoi messaggi d’amore: che poi sono le sue poesie. Un amore che va verso tutti e ogni cosa lei vede, percepisce e possiede.

Chi è Mariangela Bottone?

Sono una ragazza di 36 anni, sensibile, altruista, disponibile verso gli altri, anche se gli altri, a volte, non sono molto disponibili nei miei confronti o fraintendono le mie intenzioni. Forse non sono abituati alle dimostrazioni di attenzione e di cura in questo mondo dove tutto quello che viene fatto deve avere per forza un riscontro materiale.

Ma di questo non mi rammarico: nel mio “sentire” profondo, so di avere una marcia in più verso le persone che hanno bisogno della mia forza, della mia vitalità e della mia sensibilità e del mio aiuto perché tutto quello che faccio, lo faccio con il cuore in mano e perché ci credo.

Nella poesia “Fiore lunare”, Sulla luna c’è un fiore lunare che non ha petali E non ha profumo, perché a raccoglierlo non c’è nessuno; Che non ha stelo e non ha radici, Perché nessuno lo dà agli amici; Che non ha forma e non ha colore, perché nessuno Lo dà al suo amore: là sulla luna c’è solo un fiore, si intravede l’essenza della individualità amorosa pronta per essere colta dalla comunità dell’Amore?

Questa poesia è stata scritta in un periodo della mia vita quando mi ero attorniata di amici sbagliati che quasi mi bullizzavano, ed io mi sentivo come se fossi stata proiettata sulla Luna, e il mio corpo si fosse bruciato e che nessuno mi potesse più dare vita. Ma con gli anni crescendo mi sono rafforzata e sono diventata una stella che splende di luce propria e che può riflettere sui satelliti delle vite altrui.

In questi termini scrivere poesie è una forma di autoterapia?

Io sono una ragazza semplice e spontanea che scrive poesie, sull’amore, sulla vita, sulla natura, sulla famiglia: per me scrivere è un senso di liberazione dove posso mettere a nudo tutti i miei pensieri e farli leggere sotto forma di metafora alle persone che sono interessate a leggermi. Non sono critica nei confronti di nessuno delle persone che mi leggono, se piaccio o meno e non capiscono quello che voglio dire quando scrivo, l’importante è che quello che scrivo è l’espressione del mio sentire profondo: dopo che ho scritto io mi sento meglio, realizzata, in pace con me stessa.

Che cos’è l’amore? La poesia “Brivido dolce”: Che brivido dolce e lieve. Mi manda il tuo sguardo Indifferente Ma così penetrante! Che sublime freschezza Suscita la tua voce Nelle mie orecchie Stanche di sentire il rumore Assordante del mondo! Cosa mi fai, quando parliamo, Scherziamo insieme… Mi hai stregato La mente e il cuore Tutto in un bagliore, Io non ho mai provato Così tanto amore! Un sentimento profondo Da cancellare la nostra Amicizia del mondo E riempire così il mio cuore Soltanto di un immenso amore!

Ti dico solo cosa è per me l’amore: un segno di leggerezza e di libertà. Anni fa sono stata con amici al concerto di Laura Bono, e le sue parole e musica mi hanno ispirato un sentimento cosi profondo da “soffiare” a tutti “gli amanti” del mondo, un “Brivido dolce”.

Che cosa ci racconti nella poesia “Radici”: Avvolto da cime tenebrose dal solare, L’essere si perde spezzato dalla buona, In una sera, senza tempo. Ti attieni se dopo aver spezzato le catene che ti renderanno Schiavo del tuo essere. L’essere è speranza, che cammino straziata sui grigi Marciapiedi Della memoria, Sperando in un domani di luce.

È stata un’ispirazione: ripercorrere la mia vita dall’infanzia fino ad oggi. Da bambina sono stata in giro in tantissime città, anche fuori Italia, con i miei genitori a causa di spostamenti per lavoro. Per questo “disorientamento territoriale”, dove non appena “sentivo casa”, dovevo spostarmi, mi sono sentita come un albero che ha le radici spezzate. Quando finalmente mentre crescevo con queste “radici spezzate” i miei genitori si sono fermati. E io in “questo luogo” dove ho potuto acquistare la mia sicurezza, finalmente ho potuto conoscere “persone reali” che mi vogliono bene e che credono in quello che penso, dico e faccio. E voglio ancora pensare, dire e fare, tantissime cose. Mi sento solo all’inizio: l’albero è cresciuto con le radici spezzate, ma per questo motivo ha un tronco solido e dei rami articolati con delle foglie sane, spesse e lucenti.

La poesia “La cura”: Vedo in quel viso Un bambino indifeso Con quel dolce sorriso Sento nel mio orecchio, La notte, il rimbombo Della tua voce e del tuo pianto, Del tuo lamento, Dei tuoi ricordi e soprattutto Di quelle persone Che ti hanno abbandonato. E sento che il tuo cuore Si fa piccolo di tristezza. Il mio cuore e la mia forza, Vicino il tuo cuore che è la tua cura.

Prendersi cura degli altri per me è un gesto che mi fa star bene, e mi fa aprire il cuore. Capisco il valore che ha la mia vita nello stare bene, facendo del “bene” con la mia allegria, con la mia dolcezza. Mi piace dare, nell’ambito del volontariato a questi ragazzi sofferenti un soffio di leggerezza: spesso hanno solo bisogno di una spalla su cui appoggiarsi nei momenti bui della propria esistenza. Mi sono ispirata anche alla canzone di Franco Battiato “La cura” : Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, Dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai, Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore, Dalle ossessioni delle tue manie, Supererò le correnti gravitazionali, Lo spazio e la luce per non farti invecchiare, E guarirai da tutte le malattie, Perché sei un essere speciale, Ed io, avrò cura di te.

La poesia “Dai peso alla tua vita” È strana la vita Nel breve esistere Di un attimo Un lieve soffio Di luce mi colpisce E mi rende strana Mi sento male L’angoscia mi assale E come un vuoto gigantesco Mi fa stare male Tutti attorno mi danno peso E a tratti mi fa paura. Questa è la vita Affido i miei brutti dispiaceri Perché stanno lontano dal mio corpo esile E danno un senso alla mia vita.

Metto a nudo i miei stati d’ animo che sono contrastanti durante la mia giornata, ma la sera, quando vado a dormire, quando apro finalmente la mia finestra per respirare liberamente, soffio via le mie negatività, quelle che a volte mi tormentano, durante il giorno. Personalmente dico a chi legge questi versi, che la vita è una sola e bisogna godersela fino in fondo.

Le poesie: “Per un ragazzo” e “Piccolo cuore” le pubblichiamo per intero: “Per un ragazzo”. Anche se Mi respingerai Io ti vorrò sempre bene. Anche se Mi odierai Io ti amerò lo stesso. Perché un giorno Ti ricorderai di me E capirai che Ero importante, E forse ritornerai. “Piccolo cuore”. Amare, una parola che viene dal cuore Da quanto ti ho visto so il suo Immenso segreto! Ti ho amato nell’ombra per paura Di essere respinta E adesso mi riviene il rimorso Di non avertelo detto quando potevo, Perché tu sei adesso Ancora più lontano da me, Dal mio piccolo grande cuore!

Nella mia vita ho avuto delle storie importanti che mi hanno fatto soffrire: però non le ricordo, perché l’Amore era superiore al rancore. Io ho amato tanto.

Nella poesia La Danza La danza è come una giostra C’è musica; La vivo ogni giorno dentro di me, Vedo quei bambini che ballano E vedo la dolcezza e l’allegria In quei visi E hanno quel desiderio di imparare. La danza è luce La danza è vita La danza è palcoscenico La danza è arte. Cosa ti attrae nella Danza?

Guardando le danzatrici classiche mi sento avvolta da un senso di leggerezza e mi immagino di volare come una piuma spinta dal vento. Carla Fracci dice: “La danza è poesia perché il suo fine ultimo è esprimere sentimenti, anche se attraverso una rigida tecnica. Il nostro compito è quello di far passare la poesia attraverso il gesto”.

E finiamo dicendo che Mariangela Bottone è nata il 12 aprile il giorno della consapevolezza sociale. E per lei il consiglio della sua data di nascita: “Negare ciò che accade significa rallentare il processo di crescita di sé stessi”.  E su questo è orientato il suo processo di crescita: sugli accadimenti e sulla realtà della sua percezione.

 

 

 

 

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