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La corsa al voto: ‘Ancora tu, ma non dovevamo vederci più’

A tre settimane dal voto, tra quotidiani, tests di orientamento al voto (senza voler essere blasfemi ci si abitua come una preghiera ad avere il nostro test quotidiano, è il momento dei sondaggisti

A tre settimane dal voto, tra quotidiani, tests di orientamento al voto (senza voler essere blasfemi ci si abitua come una preghiera ad avere il nostro test quotidiano, è il momento dei sondaggisti, fino al 26 impegnatissimi come mai in estate) il popolo italiano è più confuso che mai. Non voglio quindi aggiungere altro sconcerto , anche perché né personalmente né come responsabile editoriale di Sicilia Report è mia intenzione prendere posizione sui programmi, le aspirazioni, le previsioni riguardanti gli schieramenti contrapposti. La testata per cui scrivo, per scelta condivisa dal direttivo con il direttore responsabile del giornale , ha inteso da sempre trattare la notizia per quello che è, cioè la sua origine fattuale (etimologicamente notizia è ‘Oggetto di comunicazione o diffusione, ritenuto di particolare importanza ai fini dell’interpretazione di fatti contingenti’), curandosi piuttosto di controllarne scrupolosamente la fonte.
Tuttavia è nostro interesse rendere Sicilia Report sempre più attrattivo e popolare e pertanto l’attualità mi conduce ad esprimere un giudizio sulla competizione elettorale. La radicalizzazione dello scontro fra destra e sinistra con l’incomodo degli altri schieramenti segna a mio parere il punto di arrivo di un sistema elettorale che verosimilmente non esprimerà un vincitore certo, assoluto e soprattutto operativo. Il nuovo Presidente del Consiglio dovrà formare una maggioranza coesa e politicamente forte vista anche la natura e urgenza dei problemi da risolvere. E qui ritengo che il ruolo del Presidente della Repubblica non sarà nuovamente secondario, atteso che la maggioranza parlamentare, se non particolarmente schiacciante, non avrà vita lunga in Parlamento.
I temi di discussione oggi più rilevanti riguardano il riconoscimento delle cosiddette ‘quote rosa’ e la ricerca di candidati dotati di competenze specifiche. D’altra parte il sistema elettorale, la ricerca dei candidati, la modalità di selezione del personale politico ha origini antiche.
La ricostruzione storica nel mondo greco ha individuato in Atene e in Sparta i centri di elaborazione dei sistemi di votazione più diffusi ma Atene, in particolare, ha conosciuto anche un maggiore sviluppo dei sistemi organizzativi del governo. In Grecia la possibilità di eleggere o di selezionare concerneva numerosi aspetti della vita collettiva in ambiti differenti ma i meccanismi di scelta erano interni alla prassi cultuale. Questa scelta avveniva principalmente in due maniere diverse : attraverso forme divinatorie che si basavano sul caso, oppure attribuendola a individui qualificati cui si riconosceva una particolare facoltà di agire ; in questa seconda opzione, era il ruolo sociale e la competenza che assicuravano le condizioni ottimali per la scelta, garantita sempre dal riconoscimento dei requisiti richiesti per lo svolgimento delle specifiche operazioni. Mentre la prima soluzione trovava una corrispondenza in ambito politico attraverso la forma del sorteggio, che assicurava al contempo la casualità e l’imparzialità dell’operazione, la seconda, invece, si ampliava nelle diverse forme che implicavano un intervento discrezionale responsabile e si collegavano alle diverse maniere di votare. In questo caso autorità politica e autorità religiosa, mai completamente scisse, in genere potevano intervenire con un potere decisionale esclusivo : così, per esempio, la scelta delle donne in politica destinate a svolgere il compito di ‘Arrefore’ (sacerdotesse che venivano scelte durante la notte, dopo che la sacerdotessa di Atena aveva dato loro degli oggetti segreti da portare sul capo) ancora in epoca imperiale, era competenza di una specifica carica sacerdotale. In queste circostanze veniva impiegato un principio di discrezionalità collegato a un potere riconosciuto per ruolo o per diritto, ma che presupponeva sempre, comunque, il possesso implicito di una competenza collettivamente riconosciuta.
Il sistema misto di selezione della classe politica effettuato secondo i predetti criteri assicurava a suo modo equilibrio e ricambio del personale politico.
In Italia invece il mutamento del sistema elettorale politico è avvenuto costantemente non per scelta di criteri selettivi ma in modo assolutamente traumatico. Infatti nel 1992 il sistema politico successivo a Tangentopoli si affrettò ad introdurre nel nostro ordinamento il maggioritario che ha espresso maggioranze politiche differenti in trent’anni di governo e queste, pur nella diversità del colore politico, sono rimaste ostaggio di imboscate parlamentari da diverse parti che ne hanno interrotto il fare. Inoltre neanche il quadro politico si è particolarmente semplificato in quanto la sparizione dei partiti in Italia (tranne tre casi), ha fatto proliferare movimenti e liste civiche.
Adesso in un ricandidarsi di persone e sistemi quanto mai antichi (e per questo nel titolo ho voluto scomodare l’incipit della canzone di Lucio Battisti) si propugna il ritorno al sistema proporzionale e alle preferenze che riavvicinerebbe, si dice, la politica alla gente e al territorio di provenienza dei singoli candidati.
Ho qualche dubbio se il cambiamento non sia una vera necessità imposta dall’asfissia del sistema politico in atto perche è proprio degli italiani attuare in politica il ‘refresh’, che è quel programma di lavatrice che consente di “rinfrescare”, nel giro di appena 20 minuti, i tuoi capi, purché non si disturbino consorterie, categorie e portatori di interessi consolidati.
Io penso che se i partiti non la finiscono di dire No o Sì solo per contraddire l’avversario di turno, non ci sarà mai una programmazione organica del modello di sviluppo del Paese.

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E siccome è giusto che il Presidente del Consiglio sia espressione della volontà politica degli italiani pur nel mantenimento del sistema parlamentare che si ritiene ad oggi garantire adeguatamente la nostra democrazia, mi auguro che si vada a votare e che il voto maturo scongiuri la funzione di supplenza del Presidente della Repubblica e del suo nuovo incaricato di turno. Buon voto.

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Claudio Basile
Claudio Basile
Avvocato Claudio Basile Per info e contatti: [email protected]
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