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Elly Schlein e i nuovi social-isti

In coincidenza della ricorrenza del 25 aprile ha tenuto banco l’intervista che la Schlein, segretaria del PD ha rilasciato per ‘Vogue’, nella quale con tanto di foto dimostrativa ha dichiarato di avere affidato la propria immagine pubblica ad una consulente

In coincidenza della ricorrenza del 25 aprile ha tenuto banco l’intervista che la Schlein, segretaria del PD ha rilasciato per ‘Vogue’, nella quale con tanto di foto dimostrativa ha dichiarato di avere affidato la propria immagine pubblica ad una consulente, personal shopper e armocromista, che con consulenza prestata secondo tariffe di mercato, le consiglia l’abbinamento dei colori e il guardaroba.
Riporto alcune dichiarazioni di Enrica Chicchio (il nome della consulente) postate sul proprio profilo Facebook, rilasciate per adn-kronos: “Un guardaroba giocato su pochi elementi: tanto colore e pezzi chiave facilmente abbinabili che rendono agevoli incontri e spostamenti. Sono orgogliosa di lavorare con @ellyesse e scegliere con lei le giuste cromie, dietro le quali si veicolano messaggi importanti”. “Abbiamo bisogno di autenticità, di un look che rappresenti noi stessi. L’ unica armatura di Elly è il potere delle sue idee. Saranno la sua passione e adesione ai suoi ideali a difendere il suo (difficile) lavoro”.
Apriti cielo! La canéa dei social si è scatenata, i cani da selvaggina sono partiti a caccia della facile preda.
Non tocca certo a me prendere posizione in favore della segretaria del PD che non ha certo bisogno della mia difesa.
Non mi interessa neanche insistere nella facile polemica di chi ha criticato la scelta di una consulente pagata 350 euro l’ora per stabilire l’accoppiamento dei colori (questo uno dei compiti dell’armocromista) di un personaggio pubblico.

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Si tratta, per quanto mi consta e per come la penso, di una consulenza retribuita per giornate di lavoro, temporalmente definite in cui la professionista secondo tariffe di mercato deve prendere decisioni circa la gradevolezza del personaggio pubblico in occasione delle sue uscite pubbliche e/o “ospitate” televisive.
L’immagine e la comunicazione visiva e corporea sono imprescindibili per qualunque personaggio pubblico e non credo che altri personaggi politici e comunque pubblici non vi ricorrano. Dunque nessuno scandalo per quanto mi riguarda anche perché penso che, opportunamente, Elly Schlein si sia voluta scrollare di dosso l’immagine percepita e praticata dai media di una sessantottina con l’eskimo e la bottiglietta d’acqua al seguito, incapace di fronteggiare ben altri navigati ‘presenzialisti’ della nostra scena politica.
Il punto per me non è questo: il ragionamento riguarda la deriva dell’informazione e la trasparenza dei contributi devoluti in favore delle forze politiche nelle loro campagne di promozione personale e istituzionale.
Oggi si può dire che oltre ai rappresentanti politici attuali del partito socialista, peraltro presenti in Europa con l’acronimo PSE, si siano affermati i nuovi social-isti. Sono gli assidui frequentatori dei social, i leoni da tastiera, i caccia like.

Tutti chi più chi meno frequentiamo i social e non è una novità. Ma i nuovi socialisti cui qui mi riferisco sono quelli che montano ad arte notizie amplificate dall’inconsistenza e spesso dal dileggio, cui va drammaticamente dietro la migliore e la peggiore informazione nazionale.

Non è auspicabile il ripetersi del risultato che tutte ma proprio tutte le principali testate nazionali, nella settimana successiva al 25 aprile, si siano ‘avvitate’ attorno all’intervista della Schlein.
E penso che non lo sia perché, oltre a spostare il giudizio, (impossibile da dare visto il breve tempo), sull’operato politico della neo-segretaria del PD, l’informazione tradisce clamorosamente i principi della corretta informazione.
L’informazione, approfondita o meno la notizia, deve formare oltre che informare, deve suscitare i dibattiti di opinione, necessari ad una crescita civile del paese.
Forse possono sembrare parole vuote ma è quello che davvero penso. So bene (essendo sessantenne) di appartenere ad una generazione che è cresciuta con le assemblee di istituto e le lotte studentesche che vivevano di dibattiti, a volte lunghi ed estenuanti e di contrapposizioni, anche violente verbalmente ma che creavano posizionamenti di idee.

Gli schieramenti sono sempre esistiti ed esistono anche oggi ma se non derivano da idee e contenuti veri sono come le posizioni che si assumono nei dibattiti di “Uomini e Donne”, trasmissione seguitissima contro cui non ho assolutamente niente, creata dal genio televisivo di Maria De Filippi, ma che non ha certo l’ambizione di determinare scelte sul futuro politico del paese.
E se siamo arrivati al dileggio della Schlein per la scelta di immagine è proprio perché non riusciamo ad andare oltre alle dinamiche di “Uomini e Donne”.

Per carità il risultato per i giornali è popolare e redditizio anche in termini di vendita di copie purché sia chiaro che scegliamo tutti di accedere a questo tipo di informazione, senza ipocrisia e fraintendimenti.
Altro spunto di riflessione riguarda il fatto che si continuino a fare i conti in tasca ai leader politici e nel caso di Elly Schlein si è scritto che una che paga una consulente d’immagine 350 euro l’ora non può rappresentare i democratici, cioè gli ex comunisti.
Anche questo profilo è del tutto ipocrita perché condanna preventivamente chiunque faccia politica per il solo fatto che decida di investire dei soldi in una certa direzione piuttosto che in un’altra.
Penso che gli Stati Uniti, con i mille difetti che hanno, sono certamente più chiari e diretti quando consentono di effettuare donazioni in denaro nei confronti di un leader politico e lo sostengono quando decide di pianificare le proprie ‘kermesse’ in giro per la nazione con eventi, lustrini, palloncini, spillette e quant’altro. Salvo inesorabilmente ‘scaricarlo’ ove non lo si ritenga più rappresentativo per vari motivi, tra cui ‘in primis’ la questione morale, su cui mostrano di essere irreprensibili e a volte spietati.

 

Da noi invece la questione morale sotto forma di ‘fumus persecutionis’ diventa spesso una ‘spilletta’ da esibire, disinvoltamente, in campagna elettorale!
“O tempora, o mores”.

 

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Claudio Basile
Claudio Basile
Avvocato Claudio Basile Per info e contatti: [email protected]
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