Home Rubriche L'Urlo di Tifeo Inventarsi uno spazio: alcune pratiche

Inventarsi uno spazio: alcune pratiche

Il concetto di “spazio”, dove poter effettuare spettacoli teatrali, musicali, dibattiti ecc. spesso viene sottovalutato per mancanza di strutture idonee, o per assurdo sopravvalutato adducendo problemi economici o logistici per la creazione di tessuti adatti. In realtà il buon senso dell’operatore socio-culturale dovrebbe tenere conto delle forme già esistenti, di quelle che con poca spesa, molta buona volontà e con una visione totalmente nuova del “Genius Loci” di piazze, scuole, chiese, ecc., possano essere rivisitate e “vissute” soprattutto dalla gente del luogo ed offrire incentivi turistico-culturali ai visitatori. Amare e rispettare il posto dove si vive è il primo passo verso una società civile, verso il recupero delle tradizioni, verso la creazione di forza e posti di lavoro specializzati ed utili alla collettività.
L’idea di un meta-laboratorio, anzi del laboratorio strutturato a sua volta come un “Laboratorio” onnicomprensivo ed itinerante di tutto ciò che può essere produttivo e creativamente educativo.
Un laboratorio di formazione non consiste solo nell’apprendimento meccanico di una serie di tecniche, peraltro necessarie, ma comprende un’infinita varietà di giustificazioni culturali, strutturali, sociali. È facilmente intuibile che la collaborazione dei ragazzi con gli adulti, la collaborazione di tutti i cittadini sia extra o out che in-on specialmente nelle zone periferiche ad alta densità e problematica sociale, debba essere conquistata, con meccanismi propri di analisi sul territorio senza provocare diffidenza e quindi ostilità. Necessita incuriosire e stanare “l’indigeno” dal “suo territorio”, dare la possibilità a tutti, grandi e piccini di interagire con lo spazio ed affezionarsi ad esso e non usarlo invece come mezzo di “sopravvivenza”.

 

Si potrebbero usare:
Tecniche espressiva psicocorporee, training, rilassamento, musicoterapie;
Drammatizzazione, utilizzo della voce (non solo per comunicare) attraverso la respirazione, la memoria, l’immaginazione, l’attenzione;
Ideazione del testo, una realizzazione di un giornale-portale locale-nidificato;
Tecnica fotografica, uso delle immagini locali, riqualificazione del bello, tecnica e stampa per visioni alternative;
Realizzazione di un corso di riutilizzo e/o materiale riciclato per la riqualificazione di un quartiere;
Realizzazione fondali e murales, pittura creativa, realizzazione cortometraggi, ideazione sceneggiature, conoscenza della Storia del teatro catanese, italiano e straniero;
Tecniche di giocolerie, trampolieri, mangiafuoco, prestigiatori, di realizzazione del sé, immagine e sicurezza.
“…non pensare a qualcosa di straordinario,
perché lo straordinario è desiderato solo
da ciò che è molto ordinario.
Se sei attento, se sei intelligente,
ciò che è ordinario diventa straordinario.
Cucinare può diventare preghiera.
Pulire il pavimento può diventare meditazione.
Questa via ordinaria è tale solo perché tu sei piatto,
perché sei addormentato, perché sei incupito…
….poiché non riesci a vedere la bellezza del sorgere del sole
e non sei in grado di vedere la bellezza delle stelle nella notte
e non riesci a vedere la bellezza degli occhi umani.
…Se non riesci a godere delle piccole cose della vita,
se non sei in grado di bere il tuo tè celebrando,
non potrai mai essere spirituale e religioso.”

Exit mobile version