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Isteria di massa, le streghe di Salem

“Noi puritani siamo un popolo scelto da Dio per colonizzare e purificare questi territori, una volta proprietà del diavolo”, scrisse Cotton Mather, uno dei più illustri ministri della colonia.

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Ci troviamo nel misterioso villaggio di Salem che sorgeva nella colonia del New England, ora Massachusetts, abitato da emigranti inglesi di seconda/terza generazione.

Fu, infatti, proprio a Salem nel 1692 che si svolse una delle più terrificanti e folli caccia alle streghe per cui a tutt’oggi non si è giunti ad una conclusione univoca sui motivi che guidarono a giustiziare centinaia di persone. Una tra le spiegazioni, al momento, più accreditate sul fenomeno che sconvolse le menti degli abitanti di Salem, è nota con il nome di “isteria di massa”. Ma cos’è e soprattutto come avviene la sua diffusione su così tante persone quasi fosse un virus?

L’isteria di massa (o psicosi collettiva) è un fenomeno sociopsicologico in cui iniziano a manifestarsi, in una persona, sintomi fisici e psicologici senza un motivo ben specifico. Nella maggior parte dei casi esiste un fattore ansiogeno scatenante, generalmente di origine ambientale. Dopo che tale individuo manifesta sintomi che tipicamente sono nausea, mal di testa, debolezza e malessere generale senza un vero e proprio disturbo organico, anche altre persone (perfino un’intera popolazione) iniziano rapidamente, tramite suggestione, a manifestare sintomi analoghi. Freud, parlando di suggestione ci mette in guardia: il mistero dell’influenza suggestiva aumenta ai nostri occhi se ammettiamo che essa non viene esercitata unicamente dal capo, ma anche da ogni singolo su ogni altro singolo, non bisogna sottovalutare quindi la “suggestione reciproca”.

Gli abitanti di Salem credevano fortemente di essere valorosi soldati costantemente in battaglia contro il diavolo e il suo operato. Fu fondamentale, a questo proposito, il contesto ambientale di quel tempo. Gli anni precedenti il 1692 erano stati particolarmente irti di difficoltà, quasi come punizioni divine o la richiesta del demonio che esigeva nuovamente i suoi territori. Periodi di forti siccità e invasioni di locuste agguerrite avevano distrutto i raccolti fondamentali per poter sopravvivere. Come se non bastasse, vi fu un enorme incendio a Boston che distrusse quasi tutta la città. Fu in questa atmosfera di suggestioni e panico che tutto ebbe inizio. Quasi come in un film horror, la figlia e la nipote del reverendo Samuel Parris cominciarono ad avere comportamenti strambi e inusuali. Un contemporaneo Robert Calef, ne fa un resoconto:

“Entravano nelle buche e strisciavano sotto le sedie e sgabelli… [con] svariate posizioni e buffi gesticolii, [e] facevano discorsi ridicoli e assurdi incomprensibili per loro come per gli altri”.

Furono interpellati vari medici ma nessuno riuscì a trovare una cura per i sintomi manifestati dalle ragazze fino a che uno dei dottori, William Griggs, le dichiarò vittime di un diabolico maleficio cioè un crimine perpetrato da un mago o una strega ai danni di un’altra persona. Quando l’idea del maleficio ad opera di una o più streghe si diffuse nel villaggio scoppiò l’isteria di massa.  Così mentre i pastori del villaggio erano intenti a pregare Dio, gli stessi strani sintomi iniziarono a diffondersi anche ad altre giovani donne della cittadina: urla incontrollabili, discorsi o versi inconsueti e comportamenti stravaganti. La caccia alle streghe più terribile della storia ebbe inizio!

La soluzione si trovò istituendo un tribunale per intraprendere azioni penali che si tradussero in uccisioni vere e proprie di coloro ritenuti colpevoli. I cosiddetti “processi alle streghe di Salem” terminarono con la condanna a morte di 25 abitanti di Salem e delle città vicine, furono processate 144 persone, 54 di loro confessarono sotto tortura di essere streghe e altre 200 furono accusate di stregoneria. Dopo dieci mesi il governatore Phips sottoscrisse un decreto per porre definitivamente fine ai processi.

Ma perché si verificò tutto ciò?

Freud afferma che: le folle sono poco inclini al ragionamento ma adatte all’azione, poiché spinte dall’istinto, da fenomeni inconsci difficili da scoprire. Le folle possono obbedire a diversi impulsi, retti o crudeli, vili o eroici. Non è raro che la massa compia atti crudeli, come il linciaggio, ma anche gesti di generosità estrema. Secondo il sociologo e psicologo LeBon l’individuo all’interno di una folla regredisce ad un livello psichico inferiore in cui prevalgono emozione e intolleranza, inoltre acquista un sentimento di potenza invincibile. Ciò gli consente di cedere a istinti che, se fosse rimasto solo, avrebbe necessariamente tenuto a freno.

È necessario, inoltre, considerare il forte periodo di stress a cui gli abitanti furono sottoposti, si sentivano vulnerabili soprattutto dagli scontri antecedenti tra i coloni e le tribù di nativi che come risultato fecero vacillare la loro rigidità puritana in cui condurre una vita inflessibile e ubbidiente. Si sentivano abbandonati da Dio e iniziarono a vedere Satana in ogni circostanza, forse avevano bisogno di uno sfogo dalla tensione accumulata e un capro espiatorio soprattutto nei più deboli e indifesi. Essendo dunque “il mito” condiviso dalla comunità, i malati trovarono semplice credere che loro stessi fossero invischiati nella storia della stregoneria, ma anche “i non malati”, gli altri furono agevolati a credergli.

“Le folle non hanno mai provato il desiderio della verità. Chiedono solo illusioni, delle quali non possono fare a meno.” (S. Freud).

Per secoli sono stati davvero molti i casi di isteria di massa nel mondo, anche abbastanza bizzarri, che hanno suscitato un’affascinante e allo stesso terrificante visione dell’intricata natura della psiche umana.

 

 

Articolo proposto alla redazione da Viviana Palumbo

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