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Buon compleanno, il maestro Camilleri compie 93 anni

Gli auguri particolari e la foto fornita da parte della “Strada degli Scrittori”

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Dalla terra di Pirandello e Sciascia, di Russello, Rosso di San Secondo e tanti altri autori della “Strada degli Scrittori” arrivi ad Andrea Camilleri, nel giorno del suo compleanno, l’augurio di scrivere ancora cento libri per rischiarare con tenace concetto i chiaroscuri di un’epoca incerta che ha bisogno di un giovanissimo grande vecchio come lui.

 Da Caltanissetta ad Agrigento, fino alla “vera Vigata” di Porto Empedocle, l’abbraccio di Felice Cavallaro e dello staff della “Strada degli Scrittori”.

VIGATA – Oggi 6 settembre 2018 compie 93 anni lo scrittore Andrea Camilleri padre del noto Commissario Montalbano ormai personaggio riconosciuto dagli italiani. Camilleri, nato a Porto Empedocle (Agrigento) il 6 settembre 1925, è figlio unico di Carmelina Fragapane e di Giuseppe Camilleri, ispettore delle compagnie portuali. Ha frequentato il liceo classico Empedocle di Agrigento ma non ha mai sostenuto l’esame di maturità poiché nel maggio 1943, a causa dell’imminente sbarco in Sicilia delle forze alleate, venne deciso dall’Autorità Regia che sarebbe valso il solo scrutinio. Cresce e vive a Roma dalla fine degli anni quaranta, nel 1944 si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia a Roma, ma non consegue la laurea. Comincia anche un rilevante interesse alla politica iscrivendosi al Partito Comunista Italiano. Regista, autore teatrale e televisivo, in pochi sanno che ha scritto saggi sullo spettacolo e negli anni dl 1945 al 1950 ha pubblicato anche racconti e poesie, vincendo addirittura il Premio St Vincent. Nel 1949 viene ammesso, unico allievo regista per quell’anno, all’Accademia di Arte drammatica Silvio d’Amico, dove conclude gli studi nel 1952, contemporaneamente ad allievi attori che diverranno celebri, come Luigi Vannucchi, Franco Graziosi e Alessandro Sperlì, con i quali stringe una forte amicizia. Comincia sempre nel 1949 a lavorare in Rai come delegato alla produzione, regista e sceneggiatore. Proprio in queste vesti ha legato il suo nome ad alcune fra le più note produzioni poliziesche della TV italiana, come i telefilm del Tenente Sheridan e del Commissario Maigret, e a diverse opere teatrali televisive, chiamate all’epoca “sceneggiati”, con un occhio di riguardo a Pirandello. Col passare degli anni ha affiancato a questa attività quella di scrittore. Interessante scoprire che Camilleri è il primo regista a portare Beckett in Italia, di cui mette in scena “Finale di partita” nel 1958 al Teatro dei Satiri di Roma e poi ne cura una versione televisiva con Adolfo Celi e Renato Rascel. Ancora si devono a lui anche le rappresentazioni teatrali di testi di Ionesco (Il nuovo inquilino nel 1959 e Le sedie nel 1976), Adamov (Come siamo stati nel 1957, prima assoluta in Italia), Strindberg, T. S. Eliot. Incredibilmente porta in teatro i poemi di Majakovskij nello spettacolo “Il trucco e l’anima”. Nel 1977 gli viene affidata la cattedra di istituzioni di regia all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica che manterrà per vent’anni. La scrittura prende finalmente il sopravvento al momento dell’abbandono del lavoro come regista/sceneggiatore per sopraggiunti limiti di età. Nel 1978, dopo una decina d’anni di inutili ricerche di una casa editrice disposta a dargli credito, esordisce nella narrativa con Il corso delle cose (Lalli), pubblicato gratis da un editore con l’impegno di citare l’editore stesso nei titoli dello sceneggiato TV tratto dal libro, “La mano sugli occhi”. Nel 1980 esce da Garzanti “Un filo di fumo” (riedito poi, come il primo, da Sellerio), primo di una serie di romanzi ambientati nell’immaginaria cittadina siciliana di Vigàta a cavallo fra la fine dell”800 e l’inizio del ‘900. Ma è nel 1992, con l’apparizione (sempre con Sellerio, con la quale pubblica la gran parte delle sue opere) de “La stagione della caccia”, che Camilleri diventa un autore di grande successo. I suoi libri, ristampati più volte, vendono ora mediamente intorno alle 60.000 copie. Montalbano è il protagonista di romanzi (il primo è La forma dell’acqua, del 1994) e racconti che non abbandonano mai le ambientazioni e le atmosfere siciliane e che non presentano alcuna concessione a motivazioni commerciali o a uno stile di più facile lettura. Dal 1995 al 2003 si amplia il fenomeno Camilleri, che di fatto esplode nel 1998. Titoli come “Il birraio di Preston” (1995), “La concessione del telefono” e “La mossa del cavallo” (1999) vanno a ruba, mentre la serie televisiva su Montalbano, interpretato da Luca Zingaretti, ne fa ormai un autore cult. Nel 2001 viene pubblicato il romanzo “Il re di Girgenti”, ambientato nel Seicento, interamente scritto in siciliano inframmezzato con lo spagnolo. Pubblica, sempre con Sellerio, altri romanzi: nel 2004 “La pazienza del ragno”, nel giugno 2005 “La luna di carta”. A marzo 2005 viene edito “Privo di titolo”. Tra il 2006 e il 2008, pubblica altri cinque romanzi che hanno per protagonista Montalbano: La vampa d’agosto, Le ali della sfinge, La pista di sabbia, Il campo del vasaio, L’età del dubbio. Nel 2007 vince il Premio letterario la Tore – isola d’Elba. Il 2009 comincia con la pubblicazione del romanzo “La danza del gabbiano”, vincitore nello stesso anno della XXVI edizione del Premio Cesare Pavese. Nel 2010 nella stessa collana escono i successivi romanzi di Montalbano, La caccia al tesoro e Il sorriso di Angelica, ai quali si affianca un terzo romanzo, Acqua in bocca, pubblicato dalla casa editrice minimum fax, scritto insieme con Carlo Lucarelli nella forma già sperimentata con successo ne “La scomparsa di Patò”, il romanzo vede per la prima volta il commissario Montalbano interagire con un altro investigatore letterario, l’ispettore Grazia Negro creata appunto da Lucarelli. Nel febbraio del 2008 con Mondadori pubblica “Il tailleur grigio” e nel giugno dello stesso anno con Sellerio “Il casellante”, secondo romanzo di una trilogia di romanzi fantastici, primo dei quali è il romanzo Maruzza Musumeci pubblicato nel 2007, conclusasi nel 2009 con “Il sonaglio”. Inoltre, sempre nel 2008, pubblica, per la prima volta sul web (e precisamente sul quotidiano on-line AgrigentoNotizie) un suo racconto, “La finestra sul cortile” (già apparso in versione cartacea sul mensile Il Nasone di Prati), che vede come protagonista sempre il commissario Montalbano, inserito come appendice nel libro Racconti di Montalbano. Il 4 settembre 2008 ha vinto il Premio internacional de novela negra RBA con un inedito in lingua spagnola dal titolo “La muerte de Amalia Sacerdote” che fu pubblicato in Spagna il 9 ottobre 2008 e in Italia nel 2009 con il titolo “La rizzagliata”. Di particolare interesse la serie di romanzi dedicata ai grandi pittori: nel 2007 pubblica per Mondadori Il colore del sole (Caravaggio), nel 2008 per Skira La Vucciria (Guttuso) e nel 2009 sempre per Skira il romanzo ambientato nella “sua” Agrigento Il cielo rubato. Dossier Renoir (Renoir). Nel 2009 pubblica per Rizzoli il romanzo pirandelliano “La tripla vita di Michele Sparacino”. Nel 2010, oltre ai già citati romanzi con protagonista Montalbano, escono presso Sellerio “Il nipote del Negus”, una divertente storia ambientata nella Vigata del ventennio fascista, e, presso Mondadori, “L’intermittenza”, thriller ambientato nella Milano odierna. Nel 2011 Camilleri collabora con Edoardo De Angelis nel brano Spasimo, contenuto nell’album del cantautore romano Sale di Sicilia, insieme con Franco Battiato. Sempre lo stesso anno gli viene conferito il Premio Fondazione Il Campiello. Fino a oggi Camilleri è stato tradotto in almeno 120 lingue ed ha venduto più di 10 milioni di copie. Nella nota finale del suo centesimo libro, L’altro capo del filo, pubblicato nel maggio 2016, Camilleri dichiara che questo è – un Montalbano scritto nella sopravvenuta cecità -, infatti, a 91 anni ha dovuto dettare il romanzo alla sua assistente Valentina Alferj, l’unica che sia in grado di scrivere in “vigatese”. Il filone narrativo del Commissario Montalbano è destinato a una conclusione in quanto nel 2006 Andrea Camilleri ha consegnato all’editore Sellerio l’ultimo libro con il finale della storia, chiedendo che questo venisse pubblicato dopo la sua morte; dichiarerà in proposito:

– Ho scritto la fine dieci anni fa… ho trovato la soluzione che mi piaceva e l’ho scritta di getto, non si sa mai se poi arriva l’Alzheimer. Ecco, temendo l’Alzheimer ho preferito scrivere subito il finale. La cosa che mi fa più sorridere è quando sento che il manoscritto è custodito nella cassaforte dell’editore… È semplicemente conservato in un cassetto –.

Auguri Maestro da siciliareport.it

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Paolo Zerbo
Paolo Zerbohttp://zarbos.altervista.org
Paolo Zerbo Direttore responsabile Laurea in Sociologia Communication skills and process model ICT developer
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