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Lilith, la libertà nuda semplice e disinibita

Nera. Non per tua scelta. La storia ti ha tradita ma tu sei rimasta avvolta nel più fitto dei misteri. Eri e sei ciò che l’idiota teme. La libertà. Nuda, semplice, disinibita. Vera forse a volte più d’altre presenze. Ogni uomo ti conosce, ti desidera fintanto che non sollevi lo sguardo da terra e pronunci le parole più sagge di sempre. Ognuno è uguale e diverso. E allora, scompiglio, tempesta, anatema. Perché il nostro piacere segreto è il dominio. Ma uomo e donna viaggiano su uno stesso piano di diritti e doveri nei confronti dell’altro. Sei demone perché hai detto NO e questo rifiuto riecheggia ancora dopo secoli. Quante donne morte per aver “osato” rifiutare. Avvolta tra i tuoi capelli hai tentato e tenti ogni uomo, ogni qual volta il tuo riflesso si manifesta nello sguardo di una donna dispersa all’interno del più profondo piacere. Dovresti essere colei che insegna femminilità e libertà ed invece sei la compagna di tutti i demoni più immondi. Anche il dio del vecchio testamento pare si sia scagliato contro te e la tua progenie generata da accoppiamenti diabolici. Eppure sei e resti semplicemente una donna, una presenza spirituale ribelle. Il confine che molte delle donne che dovrebbero, non superano. E quelle che ti accolgono, forse, non conoscono davvero il tuo volto. Ma in verità, chi lo conosce realmente? Forse solo il primo uomo. Forse solo il dio che ti ha creato e poi rifiutato senza sentire alcuna ragione. Non è un caso se, scrivendo di questo dio, lo faccio utilizzando il minuscolo. Perché è certamente un dio umano. Un dio creato dalle stesse menti che hanno ideato burqa e chador. Non è possibile che Dio, quello vero, abbia creato un essere libero per farle pagare poi quella medesima richiesta di libertà che può e deve manifestarsi. È molto strano che Caino venga in qualche modo protetto, per quanto punito, per aver ucciso suo fratello e Lilith invece, che all’epoca dei fatti non si era macchiata di nessun crimine, sia stata punita così ferocemente dal suo stesso creatore. Dal medesimo che ha posto in lei il seme della libertà di pensiero, parola ed espressione. La questione non è di poco conto e non sarà certamente un articoletto a tratti triviale ad esaurirla, ciononostante è bene che la si sollevi. Chi è davvero Lilith e chi è davvero Dio. Parliamoci francamente. Quante volte abbiamo messo nella bocca del Creatore parole che non gli appartenevano o gli abbiamo dato la paternità di gesti, rancori, odio e guerra che non appartengono affatto al Massimo Principio Creatore. È un mondo confuso tra maschilismo becero e mascolinità costruttiva e protettrice. Questo concetto di protezione mi riporta sempre di fronte all’immagine dell’arcano XVI dei Tarocchi. La torre. Struttura concepita sia per difendere e proteggere che per imprigionare e porre in reclusione. Nella simbologia tarologica è dolorosa la sua distruzione, ma necessaria. E il decadimento della struttura porta alla liberazione. Sappiamo tutti quanto possa portare lacerazione e sofferenza il tentare a tutti i costi di uscire fuori da “strutture” lesionali e nocive a tutti i livelli. La libertà è qualcosa che ci spaventa, probabilmente da sempre dato che Lilith è anteriore alla scrittura della Genesi. Usciamo fuori da una struttura per immetterci immediatamente in un’ altra struttura, aneliamo alla gerarchia. Ci dona sicurezza e potere da un lato e rassicuranti limiti dall’altro. La coppia è una struttura, la famiglia è una struttura, il gruppo dei colleghi o degli amici sono ulteriori strutture. A volte, in alcune di queste strutture, riusciamo a trovare libertà di espressione, altre volte dobbiamo lottare duramente per poterci esprimere, ma spesso e volentieri sentiamo dire di qualcuno che diviene vittima del sistema. La società, coi suoi ruoli e le sue regole è una struttura. Senza regole saremmo anarchici, troppe regole irrigidiscono, rallentano. Bisogna comprendere a fondo il valore della regola ed il valore del contrapporsi ad essa quando è necessario. In oriente dapprima la regola va applicata e seguita senza alcuna discussione, poi la si deve smontare, la si deve capire, ci si deve opporre ad essa, ed in ultimo la si abbraccia avendone colto senso, misura e limite. Quando posso esprimere chi sono senza paura di essere per questo denigrato, classificato, emarginato o peggio ancora eliminato allora sarò libero ma questo lusso aleggia solo tra menti e spiriti che hanno desiderio e volontà di evolversi ed elevarsi rispetto a chi ha ancora la mente sopita. Il Buddhismo insegna che l’illuminazione può arrivare comunque, a chiunque e durante qualunque attività. Basta coglierne gli aspetti più interni e soprattutto essere consapevoli. E forse, come Lilith, scopriremo quale è il vero volto dei nostri limiti.

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Articolo proposto alla redazione da Ercole Fiandro

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