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Tra Halloween e Ognissanti, il Capodanno Celtico

Dal seno di chi esce il ghiaccio, e la brina del cielo chi la dà alla luce? Le acque, divenute come pietra, si nascondono, e la superficie dell’abisso si congela. […] Puoi tu stringere i legami delle Pleiadi, o potresti sciogliere le catene di Orione? […] Chi ha messo negli strati delle nubi saggezza, o chi ha dato intelletto alla meteora?

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La vedi nel cielo quell’alta pressione,

La senti una strana stagione?

Ma a notte la nebbia ti dice d’un fiato

Che il Dio dell’inverno è arrivato…

La prima citazione è tratta dal capitolo 38 del Libro di Giobbe (vv.29-30-31-36), in cui Dio presenta il suo curriculum vitae al protagonista biblico; la seconda citazione è tratta dalla canzone Quello che non di Francesco Guccini. Entrambi i testi, distanti nel tempo come nell’importanza attribuita, concordano sulle condizioni atmosferiche per la venuta del freddo e, più dettagliatamente, la Bibbia enuncia le Pleiadi, le stelle d’inverno che s’innalzano nella manifestazione in cielo di Antares, la stella più luminosa nella costellazione dello Scorpione; quasi come un completamento armonioso, Guccini ricorda esplicitamente che questo evento apre un progressivo irrigidimento atmosferico e, mitologicamente, avviene nella notte del 31 ottobre.

Signore e Maestrone a parte, è la conclusione di un ciclo temporale e l’apertura di uno nuovo, un segnale che Madre Natura ha offerto ai contadini del passato per regolarsi sui raccolti. Per questa ragione, nelle regioni celtiche, questo evento era celebrato come il primo Sabba e festeggiato con il Samhain, detto anche “Capodanno Celtico”. In questa occasione, i contadini spegnevano tutti i fuochi della contrada e accendevano un unico falò da cui, ognuno di loro, traeva ritualmente il nuovo fuoco, la nuova luce, la nuova vita, per simboleggiare la rinascita di ogni bene materiale e spirituale. Con l’avvento cristiano, questa celebrazione fu battezzata All Hallows’ Eve, ossia “Notte di Tutta la Santificazione”; da questo, la Chiesa Cattolica promulgò la festa d’Ognissanti e le tradizioni nordiche confluirono nella tanto divulgata quanto celebrata festa di Halloween. Secondo la stessa mitologia celtica, l’accensione del nuovo fuoco implica il dissolversi dello scudo che separa il cielo e la terra affinché i due mondi possano comunicare e tutto ciò che è stato prenda posto tra le cose passate per lasciare spazio a un nuovo futuro da trasformare in presente; infatti, secondo la Ruota dell’Anno, con il Samhain chiude l’ottavo periodo che, numerologicamente, rappresenta la morte. La notte del 31 ottobre, tra il vecchio e il nuovo, la morte e la rinascita, è il frangente senza tempo, vuoto come l’interno della zucca di Jack O’Lantern, il fabbro talmente astuto da aver imbrogliato il diavolo ben due volte e che ha costretto quest’ultimo a non prendersi la sua anima, allo stesso modo talmente malvagio da non poter essere ammesso in Paradiso; pertanto, il protagonista della leggenda popolare anglofona è condannato a vagare con la sola fiamma di una candela alla ricerca del suo tempo spezzato per sempre.

In sostanza, la festa di Halloween e quella di Ognissanti hanno la stessa radice, con la differenza che la prima si concentra sulla trasgressione consentita dall’assenza del tempo e del suo annesso potere, così come di chi la rappresenta, e la seconda è incentrata sulla celebrazione di questi “Spiriti Sacri”. Il dato di fatto che la Chiesa Cattolica tragga un potere temporale dal potere spirituale e che, quindi, la negazione del tempo evochi il crollo totale della sua autorità, spiegherebbe la totale avversione ai contenuti della festa pagana. Un’ultima usanza degna di nota e che certamente ha alimentato l’appariscente crudezza della festa pagana: i contadini erano soliti lanciare nel falò le ossa degli animali macellati, ma di questa usanza sono state rilevate tracce storiche con l’avvento del Cristianesimo. D’altronde, un’istituzione religiosa fondata sul culto della morte ai piedi di una croce e che idolatra reliquie e immagini di torture, potrebbe opporsi alla macabra festa di Halloween per ragioni morali?

Nell’attesa di una festa che celebri equamente l’avvento della rinascita e non solo la consacrazione della morte, proprio com’era originariamente e come la speculazione filosofica dimostra, che l’attuale festa sia pagana o cristiana, in fondo, l’intervento spetta ancora una volta a Guccini: Dio è morto.

 

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