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Concetto Venti e le stranezze dell’iniziativa

I nati il 4 di aprile son pervasi dall’Iniziativa ad ogni costo pur di emergere con le loro idee e convinzioni per questo hanno bisogno di tempo e perseveranza nei loro intenti. E così che Concetto Venti ci racconta la sua storia di una grande futuro alle spalle…fino all’incontro con il Teatro de L’Istrione.

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Chi è Concetto Venti?

Concetto Venti nasce, come tanti attori, sulle tavole dei teatrini parrocchiali catanesi. Iniziai con un piccolo ruolo in “Miseria e nobiltà” Interpretavo un cameriere. Alle prove ero sempre il primo ad arrivare. Dovevo dire solo due battute e fui capace di sbagliarle. Questo accadeva non meno di quarant’anni fa. Quella esperienza fu folgorante. Da quella non bella figura (uso un eufemismo) , capii che il teatro sarebbe stato la mia passione, la mia fonte di conoscenza culturale. E così fu, ed è. Correvano i mitici anni 70, il Teatro era anch’esso coinvolto nella rivoluzione culturale. Emergevano gruppi di “teatro d’avanguardia”. Ne fui subito incuriosito e iniziai a frequentare “cantine e sottoscala” assistendo a tantissimi spettacoli. Devo dire che quel modo diverso e rivoluzionario di concepire il Teatro mi entusiasmava. Quello che non mi entusiasmava erano gli addetti ai lavori. Molti finti intellettuali, attori supponenti, rivoluzionari per procura ecc. Ma ebbi modo di conoscere registi e attori che hanno fatto la storia di quel modo di interpretare l’arte teatrale.

 

Non faccio nomi per non dimenticarne qualcuno, ma non erano molti. Fui felicemente coinvolto da altri “folli appassionati” e fondammo un gruppo teatrale rivolgendo il nostro interesse al così detto Teatro tradizionale e dialettale senza cadere nel folklore. Recitavamo anche noi nelle cantine dove i topi si rifiutavano di vivere. Puntammo, con un po’ di presunzione, a mettere in scena autori come Pirandello, Martoglio, Verga ed anche autori stranieri come: Ibsen, Steinbeck (di quest’ultimo ne vado particolarmente orgoglioso). Eravamo particolarmente affascinati da Eduardo de Filippo. Come qualcuno sa, Eduardo in vita non diede mai i permessi per rappresentare le sue opere. Ma questo non ci fermò. Mettemmo in scena: Napoli Milionaria! Filumena Marturano e Questi fantasmi. Quest’ultimo lavoro ci costò una amara esperienza. Venne a trovarci in Teatro il direttore della SIAE e, nostro malgrado, ci multò. Vi confesso che non avevamo i soldi per le sigarette ma organizzammo una colletta e una manina anonima ci lasciò un grosso contributo.

 

I lavori principali

Ricordare tutti i titoli dei testi e personaggi che ho portato in scena è impossibile. Conservo quasi tutti i copioni e temo che dovrò comperare una nuova libreria. Ho fatto di tutto: teatro tradizionale e di ricerca, dialettale, interpretato fiabe, marionette, improvvisazione teatrale e Cabaret. Ho anche scritto testi teatrali come: Victoria una storia vera (dedicato ai desaparecidos argentini con il patrocinio di Amnesty International) L’ultima Regina del Sud con Lucio Volino (andata in scena per due anni al Castello Ursino  e rappresentata in tre licei Catanesi ) e l’evidenza inganna (teatro giallo), Cinema e TV poco, ma non nascondo che non ne ho grande desiderio. Il Cinema è senz’altro una arte, ma il Teatro ha il fascino dell’imprevisto, l’applauso, il calore o la freddezza del pubblico. A Teatro si rischia. Il cinema da altre soddisfazioni, la popolarità. La scena gratifica la vanità che tutti abbiamo, ma da molto tempo ho compreso che è un falso mito che son ben altri i motivi che ti spingono a salire sulle tavole. Salire sulla scena è una ritualità laica ma anch’essa sacra. Ha diritto di scena solo chi ne è responsabile e preparato. L’istinto, la passione ottimi propellenti, ma non bastano. Non molto tempo fa avevo deciso di dedicarmi ad altro.

 

L’incontro con il Teatro L’Istrione

Poi l’incontro con quei fantastici giovani del Teatro dell’Istrione ha riacceso le polveri. Preparati, ricchi di fantasia ed entusiasmo, pronti al sacrificio sono riusciti a risvegliare quel ragazzino che, con tanto entusiasmo, attendeva il riaprirsi di un “vero” sipario.  Innumerevoli sono le soddisfazioni che abbiamo condiviso, riuscendo a sfatare quel luogo comune “ la gente a teatro vuole solo divertirsi “ . Nulla di più falso o utile per formarsi un alibi. Lo spettatore vuole essere rispettato, invogliato, coinvolto. La nostra è stata una rischiosa scommessa ma, suppongo, di averla vinta se siamo riusciti a portare in scena con professionalità e umiltà testi come: Copenaghen di Frayan!

 

Al prossimo appuntamento “ Misura per misura“ di Sir William Shakespeare  dal 5 al 7 aprile.

Chi è di scena!? …. E io ci sono.

le foto sono di Dino Stornello

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Susanna Basile
Susanna Basilehttp://www.susannabasile.it
Susanna Basile Assistente di redazione Psicologa e sessuologa
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