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Commercio, dopo venti anni la Sicilia riformerà il settore

PALERMO – Un nuovo disegno di legge di riforma del commercio e un Fondo per fronteggiare la crisi del settore sono le due proposte che il presidente della Regione Nello Musumeci e l’assessore alle Attività produttive Mimmo Turano hanno condiviso con enti locali e associazioni di categoria nel corso della VI conferenza regionale sul commercio che si è svolta oggi a Palermo. Vent’anni dopo l’ultimo intervento legislativo in materia di commercio, la legge regionale n°28 del 1999, il Governo Musumeci intende portare a Sala d’Ercole un disegno di legge che, oltre ad avere una funzione di testo unico, opererà un vero e proprio riordino della materia, coniugando tutela del commercio locale e sviluppo occupazionale e che abbia come obiettivo la massima semplificazione amministrativa.

«Quella di oggi – evidenzia il presidente della Regione Nello Musumeci – è una straordinaria opportunità per mettere insieme proposte e sensibilità diverse, ascoltare le esigenze che emergono direttamente dagli addetti ai lavori. Erano dieci anni che non si organizzava un momento di incontro con i commercianti. È da vent’anni che ci si chiede se la legge sul commercio in Sicilia sia ancora attuale. Ecco, momento di incontro ci consente di elaborare un nuovo disegno di legge per interpretare le esigenze di un settore straordinariamente in crescita in un processo evolutivo che è diventato rivoluzionario negli ultimi anni».

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Sburocratizzazione, pianificazione commerciale in ambito comunale e regionale, commercio online, mercato del chilometro zero, riorganizzazione dei mercati rionali storici, programmazione di vendite promozionali e saldi, esigenze della piccola e grande distribuzione, conciliazione dei tempi di vita e di lavoro sono alcuni dei grandi temi segnalati dalle associazioni di categoria che verranno affrontati nel ddl messo a punto dall’assessore Turano e dagli uffici del dipartimento regionale delle Attività produttive diretto da Carmelo Frittitta.

«In questi mesi – spiega Turano – abbiamo incontrato gli amministratori locali e le associazioni del mondo del commercio per capire come la Regione poteva intervenire per aiutare un settore dove i cambiamenti e le evoluzioni sono ormai velocissimi. Siamo arrivati a stilare una bozza di disegno di legge che abbiamo condiviso con enti locali e associazioni alla Conferenza del commercio perché vogliamo al più presto portala all’Ars».

Cuore del provvedimento sarà la programmazione economica regionale che consentirà una corretta e coerente gestione del territorio in materia di grandi strutture di vendita, l’eliminazione delle asimmetrie di distribuzione e la razionalizzazione degli insediamenti commerciali nell’ambito del tessuto produttivo regionale. La programmazione regionale sarà un importante strumento per tutelare gli attuali livelli occupazionali vietando urbanisticamente, nelle zone dell’Isola dove l’offerta risulta superiore alla domanda, l’insediamento di nuove strutture commerciali e, nel contempo, prevedere un adeguato sviluppo commerciale in quelle zone dove l’insediamento di grandi strutture di vendita risulta sostenibile.

Altro grande obiettivo del ddl messo a punto dall’assessore Turano è il capitolo semplificazioni. Previsto il rafforzamento del percorso già avviato di modulistica unica, per quanto riguarda le attività commerciali su aree private gli esercizi di vicinato saranno attivabili con la Scia, mentre le medie strutture di vendita avranno bisogno di un’autorizzazione, nel rispetto delle previsioni del Piano comunale di urbanistica commerciale. Sul versante delle grandi strutture di vendita, invece, sarà prevista l’autorizzazione, previo parere di una conferenza di servizi, nel rispetto delle previsioni del piano comunale di urbanistica commerciale e del piano regionale di urbanistica commerciale. Per le aree pubbliche la nuova norma prevede un rinvio dinamico alle disposizioni statali per i requisiti professionali e di onorabilità; il rinnovo allo stesso operatore delle concessioni in scadenza per un periodo di dodici anni; l’attivazione con la Scia dell’esercizio su aree pubbliche in forma itinerante; l’indicazione dei criteri per la concessione del posteggio. Nel disegno di legge si affronterà anche il tema scottante delle giornate e degli orari di lavoro. Nel rispetto della normativa in materia di concorrenza e liberalizzazione del mercato, viene introdotto l’obbligo, indistintamente per tutti gli operatori del settore commercio, di chiudere gli esercizi commerciali per cinque festività nell’arco dell’anno solare (1 gennaio, Pasqua di Resurrezione, 1 maggio, 15 agosto, 25 dicembre) per bilanciare la tutela del lavoratore, e quindi della famiglia, con le necessità del mercato, lasciando comunque la possibilità per i Comuni o in particolari zone interessate da una altissima e comprovata percentuale di presenza turistica in parte o in tutto il corso dell’anno, che i Consigli comunali possano eccezionalmente, per lo stesso periodo interessato da flussi turistici, deliberare deroghe all’obbligo della chiusura.

Novità anche per corsi professionali abilitanti per l’esercizio dell’attività commerciale che saranno organizzati seguendo le direttive della Conferenza Stato-Regioni e prevederanno anche una percentuale di lezioni in modalità Fad (a distanza). Nella nuova legge troveranno spazio anche disposizioni sull’utilizzo della denominazione outlet e la completa o comunque più spinta liberalizzazione delle vendite promozionali.

Il Governo non si fermerà, però, soltanto al ddl sul commercio. L’assessore Turano con i tecnici dell’assessorato sta esplorando le soluzioni possibili per l’istituzione di un ‘Fondo per il commercio’.

«Il tema delle difficoltà di accesso al credito degli operatori non bancabili – sottolinea l’esponente del governo Musumeci – è un tema che ci sta molto a cuore. Stiamo pensando a un rifinanziamento dell’articolo 60 della legge regionale 32/2000 attraverso una riprogrammazione di fondi del Programma operativo complementare (Poc) che ci consentirebbe di aiutare i commercianti a superare momenti di difficoltà oppure ad affrontare le piccole spese necessarie per rimanere competitivi sul mercato».

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