8.6 C
Catania
giovedì, Aprile 25, 2024
spot_imgspot_img
HomePsicologicaI sette peccati capitali: quando scopri di averli tutti quanti

I sette peccati capitali: quando scopri di averli tutti quanti

“Le cose più belle della vita o sono immorali, o sono illegali, oppure fanno ingrassare” G.B. Shaw

Chissà quante volte ci siamo ritrovati a enumerarli e ripeterli: bene stamattina me ne mancavano due la superbia e l’avarizia. Poiché il primo non mi riguarda: Il superbo o la superba desidera che gli altri gli/le riconoscano la totale superiorità, la sudditanza e un bisogno assoluto di riconoscimento perché pare che dimostri una estrema fragilità della sua autostima. Ma quando la vanità, la mania di grandezza, il suo essere meraviglioso, lo/la fanno stare bene e comunque è reale perché sono delle persone geniali e creative, l’unico problema che possono avere è quello dell’Invidia. Perché i superbi quelli veri non possono essere invidiosi: sono i migliori! Quindi semmai attirano l’invidia quella degli altri/altre. L’Invidia fa soffrire chi la prova, infatti molti disturbi psicosomatici nascono proprio da questo inconfessabile vizio, quando basterebbe invece utilizzarlo come motore per imitare quello che fanno i superbi, quelli di valore! L’invidia è spesso accompagnata dalla rabbia, tristezza, vergogna, senso di colpa, con tanto di rimpianto e disperazione. Quindi provare invidia per evolversi è una bella notizia: una collega mi diceva sempre “io ti invidio in maniera positiva, perché fai quello che vuoi”, allora io rispondevo: “allora mi ammiri!”. Al suo muto diniego io restavo basita e in silenzio: già era tanto manifestare un’invidia positiva, era pur qualcosa!

Pubblicità

L’invidia è l’esplosione delle nostre potenzialità se non restiamo infognati nella ruminazione, lamentele per rovinare l’altro e desiderandone il fallimento, per criticarlo, sminuendo l’importanza dell’obiettivo da lui/lei raggiunto! Certo quando sai per certo che è stato raccomandato/a da un politico, o da un clericale, incline ad essere uno “sponsor” sessuale, ormai da entrambi i sessi, lì ci sta che t’incazzi come una iena! Certo sai per certo che sta peccando di Lussuria e che disperderà inutilmente il suo seme, e quindi la sua stirpe andrà dissipata senza soluzione di continuità. Ma eliminando o superando questa ipotesi, l’invidia diventa ispirazione quasi poesia! Un esempio illuminante: quando io vedo quello che fanno e che vorrei fare nell’ambito della psicosessuologia, invece di arrabbiarmi, li vedo come pionieri non come antagonisti: li vedo come personaggi che prodigano il verbo della psicosessuologia. Così quello che farò io dopo troverà un pubblico che ha già sentito queste cose e che quindi si potrà affidare ed ascoltare le sue varianti.

Invece di arrabbiarmi e rientrare in un altro peccato, quello dell’Ira che è diversa dalla rabbia, poiché l’Ira è un’emozione e la Rabbia è un sentimento, allora io comprenderò come arrabbiarmi e utilizzare questa “emozione” senza farla diventare un “sentimento”.

L’Ira non può essere peccato, perché non è recidivo: è subitanea, succede una cosa, un sopruso, un’ingiustizia, vado nell’Ira. Pensate all’Ira di Achille che riguardava la sua amante, da “restituire” al padre come se fosse una “cosa”. Mentre lei essere “umano femminile” chiamata Briseide, lo amava. La capacità di indignarsi e reagire ai soprusi per ristabilire la giustizia è dunque positiva e adattiva in quanto si reagisce ad un sopruso dell’altro. La rabbia no! La rabbia è continua, è confusa, mischiata con l’insoddisfazione e l’invidia. Ma pensa: l’Ira è un peccato, la rabbia invece no! Per quanto riguarda le “direttive” dei disturbi psicosomatici le emozioni sono positive perché sono delle reazioni giustificate agli eventi che ci accadono nella quotidianità, mentre i sentimenti sono reazioni recidive e quindi vanno a colpire organi anatomici preposti a tale stato creando disturbi “dedicati”. È la recidività che ci procura la malattia in quanto l’organo preposto a quel sentimento non fa in tempo a disintossicarsi. Cosa ci manca? Ah l’Avarizia! Pensiamo solo ai soldi, no, non è questo che riguarda l’Avarizia! Ma riguarda l’essere prodighi di noi stessi! Concedersi! Pensate anche all’atto sessuale: avere un “orgasmo” e più di uno, per una donna è generosità! Non averlo per niente è avarizia! Avere un orgasmo per l’uomo prima che può o dopo che mai: è avarizia! Non riguarda solo i soldi, il denaro, l’avarizia riguarda il concedere sé stessi in tutti i sensi. Quindi per questo motivo non mi ricordavo di questo peccato capitale. Quando ci si concede il massimo dei sensi da soli e in compagnia a gestire: cibo, alcol, vestiti, gadget, comfort che sono correlati all’amore, alla cultura, all’arte, allora quello è il momento in cui la Lussuria ha il sopravvento!

Quindi la Lussuria è avere il massimo di tutti i piaceri in tutti i Sensi: nella vista, nell’udito, nel tatto, nella gola e nell’olfatto, e poi?

Allora che frequenza può avere il peccato della Gola? In psicologia diventa la patologia della bulimia, mangi ad oltre della sazietà e rimetti quello che oltre ti serve per vivere, o l’anoressia “non mangi” perché il corpo non serve oltre “il dovuto” rispetto a chi o a che cosa non si sa. Ricordiamo che il termine “ribellione”, tipica dell’adolescenza è diverso da “rivoluzione” tipico di una generazione di giovani fanciulli/fanciulle.

Cosa ci manca? Mentre scrivo l’articolo mi è arrivato il singhiozzo, respirando profondamente mi è passato e l’ultimo vizio rimasto è: l’accidia che è una profonda avversione nel fare qualcosa spesso scambiata per semplice pigrizia o indolenza, ma la cui caratteristica interiore fondamentale è l’indifferenza con il lento sprofondare nel torpore e nella noia. All’ accidioso, tutto gli ritorna addosso e nulla lo coglie; è distaccato da ogni cosa; è vicino alla “pax cadaverica” per cui non soffre e non gode. Come lo stoico greco, evita le passioni, si ritira e “spreca la vita”; essendo un nemico del fare, è pronto a scendere in campo criticamente contro chi fa, anche con la derisione. Non dimostra voglie, desideri, slanci, e uccide con parsimonia e senza spasmi o sobbalzi occupati dalla noia e dall’indifferenza, dal cinismo e dal distacco.

L’accidioso appare il meno colpevole tra i sette peccati capitali, in realtà come direbbe Bertold Brecht è il peggiore di tutti tra i viziosi perché: “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”.

 

 

Copyright SICILIAREPORT.IT ©Riproduzione riservata

Clicca per una donazione

Susanna Basile
Susanna Basilehttp://www.susannabasile.it
Susanna Basile Assistente di redazione Psicologa e sessuologa
Articoli correlati

Iscriviti alla newsletter

Per essere aggiornato con tutte le ultime notizie, le novità dalla Sicilia.

Le Novità di Naos

Il mensile di cultura e attualità con articoli inediti

- Advertisment -

Naos Edizioni APS

Sicilia Report TV

Ultimissime

Dona per un'informazione libera

Scannerizza QR code

Oppure vai a questo link

Eventi

Le Rubriche di SR.it

Vedi tutti gli articoli