Palermo, 7 lug. – Ci sarebbe stato un patto tra il boss mafioso Mariano Asaro e l’ex deputato regionale Pd Paolo Ruggirello. E’ quanto emerge dall’inchiesta che all’alba di oggi ha portato all’operazione antimafia dei Carabinieri di Trapani che hanno arrestato, tra gli altri, il vecchio boss Mariano Asaro. Mentre per l’ex politico Ruggirello, che si trovai ai domiciliari, è stato emesso un avviso di garanzia. “Asaro poteva contare ancora su due figure molto importanti. Il capo mafia di Paceco, Carmelo Salerno, anch’egli arrestato, e l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello al quale i Carabinieri hanno notificato l’informazione di garanzia”, dicono gli inquirenti. “Quest’ultimo veniva incaricato, in seguito ad incontri riservati che Asaro riusciva ad organizzare grazie proprio a Salerno, di attivarsi con i vertici dell’Asp affinché l’ambulatorio di odontoiatria fosse convenzionato con il servizio sanitario”.
“Insomma un sistema ben congegnato” che, come osserva il Gip nell’ordinanza di custodia cautelare, aveva permesso ad Asaro “di potere contare, in qualsiasi momento, sui suoi qualificati contatti, derivanti dall’appartenenza a Cosa nostra per avviare ogni attività fonte di guadagno, sì da penetrare massivamente e con straordinaria speditezza ed efficacia nel tessuto economico del contesto territoriale di riferimento”.
In molti degli incontri riservati”, il boss Mariano Asaro “è stato sorpreso ad esternare tutto il suo astio nei confronti del vertice della famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo, Francesco Domingo, nonché dei collaboratori di giustizia e in particolare nei confronti di quelli che lo avevano accusato dell’omicidio del pubblico ministero di Trapani, Giangiacomo Ciaccio Montalto, fatta eccezione per il collaboratore Francesco Giuseppe Milazzo, il quale per stessa ammissione di Asaro, lo aveva ”salvato”dichiarando la sua estraneità a quell’omicidio”. E’ quanto dicono gli inquirenti nell’ambito dell’operazione antimafia dei Carabinieri di Trapani che ha riportato in carcere, tra gli altri, il boss Mariano Asaro.
Il capomafia “sin dai giorni successivi alla sua scarcerazione, aveva cominciato a lavorare ad un progetto imprenditoriale illecito – diconogli investigatori – Era sua intenzione, che poi effettivamente mise inatto, costituire una società, da intestare fittiziamente alla cognata Maria Vincenza Occhipinti, raggiunta dalla misura cautelare dell’obbligo di dimora, per la gestione di un ambulatorio di odontoiatria da aprire a Paceco”.
“In questo progetto Asaro era coadiuvato fattivamente anche da un’altra indagata, Maria Amato, anch’ella raggiunta da misura cautelare dell’obbligo di dimora, moglie del pregiudicato mafioso Rocco Antonino Coppola, già condannato in via definitiva per associazione di tipo mafioso dalla Corte d’Appello di Palermo per averpredisposto quanto necessario per l’organizzazione di incontri con vari latitanti tra cui Matteo Messina Denaro e Vincenzo Sinacori”.
(Adnkronos)