Palermo, 13 gen. (Adnkronos) – Erano diventati l’incubo dei giovani che animano la movida palermitana, terrorizzati e rapinati in piena notte tra le vie del centro cittadino. Una pericolosa baby gang è stata smantellata dall’Arma dei carabinieri e dalla Polizia di Stato che hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 11 indagati, due dei quali minorenni. Per dieci si sono spalancate le porte del carcere, uno è finito ai domiciliari. Tutti sono ritenuti a vario titolo responsabili di rapina, furto e lesioni personali.
Nel mirino degli investigatori della Squadra Mobile e dellaStazione carabinieri di Piazza Marina è finita una baby gang composta da giovani, poco più che maggiorenni, che, utilizzando la forza del branco, terrorizzavano giovani vittime, rapinate, in piena notte e perle vie del centro, di cellulari di ultima generazione e denaro contante. Gli uomini dell’Arma e della Polizia, coordinati dalle Procure ordinaria e per i minorenni di Palermo, hanno passato al setaccio le immagini degli impianti di videosorveglianza delle zone teatro dei raid, riuscendo a risalire agli autori di furti e rapine, riconosciuti poi dalle vittime senza alcuna ombra di dubbio.
Gli agenti della Squadra mobile hanno eseguito 6 provvedimenti restrittivi, i militari del Comando provinciale altri cinque.
Sono 21 i colpi contestati alla baby gang smantellata all’alba di oggi dalla Polizia di Stato e dall’Arma dei carabinieri a Palermo. Undici le misure cautelari (10 in carcere e una ai domiciliari) eseguite a carico di altrettanti indagati, accusati a vario titolo di rapina, furto e lesioni personali. Raggiunti dai provvedimenti anche due minorenni. Grazie alle immagini degli impianti di videosorveglianza delle zone teatro dei raid gli investigatori sono riusciti a risalire ai componenti del branco. I reati contestati, avvenuti tra il 10 settembre e il 17 novembre dello scorso anno, consistono in tre episodi di furto e in rapine consumate o tentate ai danni di giovani vittime individuate in pieno centro.
“Il quadro probatorio – spiegano gli investigatori – è stato accolto dalle competenti autorità giudiziarie del Tribunale di Palermo e del Tribunale per i minorenni che nel provvedimento restrittivo delineano come i reati contestati siano espressione di una ‘criminalità di branco’ riconducibile a gruppi di giovani delinquenti che dall’azione collettiva ricavavano una maggior spinta criminale”.