Nella suggestiva e antica cornice del Mulino Fiaccati, struttura del 1881 che sorge nel
territorio di Roccapalumba (PA), si è svolta una delle ultime “spedizioni” sui territori dei tre poli produttivi siciliani coinvolti nel progetto EbioScart, che lavora su “l’estrazione di Bioprodotti da scarti di Opuntia Ficus Indica”, comprendendo anche i poli produttivi di Santa Margherita del Belìce (AG) e il Sud Ovest Etneo (CT) e che rientra nella sottomisura 16.1 del PSR Sicilia 2014- 2020.
Cuore dell’attività divulgativa della scorsa domenica è stato il convegno sul tema
“Valorizzazione degli scarti di ficodindia e prospettive del comparto a completamento della filiera”, patrocinato dall’Ordine dei dottori Agronomi e dottori Forestali di Palermo, che ha concesso il riconoscimento dei Crediti Formativi Professionali (CFP) agli iscritti che hanno partecipato alla giornata divulgativa. Il Convegno è stato moderato dalla dottoressa Nicoletta Paparone, responsabile di progetto per il Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia (PSTS), soggetto capofila, mentre le attività divulgative sono state introdotte dall’Innovation Broker, dott. Carmelo Danzì.
«Siamo in una fase avanzata dello sviluppo tecnologico del trasferimento e le aspettative sul territorio sono veramente notevoli – ha dichiarato il dott. Carmelo Danzì -. Abbiamo parlato delle finalità progettuali e dei risultati di medio periodo ma anche, in vista di un progetto di filiera, dell’ulteriore passo al trasferimento e all’innovazione scientifica, che è quello di concretizzare un’attività produttiva sul territorio. Con EbioScart siamo riusciti a trasferire, infatti, risultanze di laboratorio su una scala più ampia e adesso il mondo imprenditoriale si aspetta da noi che possiamo offrire e suggerire spunti per organizzare una filiera produttiva degli estratti di bioprodotti dal frutto non idoneo alla commercializzazione. Abbiamo anticipato e concluso l’attività divulgativa con la
visita a due campi sperimentali; abbiamo somministrato il digestato nell’ottica di un’economia circolare, per far comprendere che ci troviamo nel solco della sostenibilità ambientale ed economica, restituendo alla terra ciò che dalla terra abbiamo sottratto. Ci siamo avvalsi dell’aiuto di validi professionisti e abbiamo cercato di lanciare l’idea di creare una carta dei servizi dell’utilizzo del digestato, in modo che ad ogni terreno, ad ogni substrato, corrisponda un uso appropriato di questa meravigliosa risorsa che non è soltanto un ammendante, ma è anche un fertilizzante».
Nel corso dell’incontro il prof. Biagio Fallico, del Di3A dell’Università degli Studi di
Catania, partner del progetto, ha riportato i risultati di studio di EbioScart mostrando le valutazioni chimiche e sensoriali dei frutti ficodindia. «In particolare – ha spiegato il prof. Fallico – abbiamo dimostrato l’effetto della concimazione organica e di come abbiamo utilizzato residui della filiera fididindicola, trattati come ammendanti nel terreno, da cui poi abbiamo ottenuto dei frutti e abbiamo valutato la qualità di questi frutti. Fin dal primo anno – ha commentato Fallico – abbiamo trovato una pezzatura media dei frutti molto più alta, rispetto al ficodindia testimone, ma anche uno sviluppo del colore più significativo. Abbiamo condotto poi un’analisi sensoriale con un panel di assaggiatori e abbiamo riscontrato un gradimento tale e quale rispetto al frutto testimone e in alcuni casi addirittura superiore, per un significativo miglioramento».
Al Convegno hanno partecipato anche il sindaco di Roccapalumba, Rosamaria Giordano, il
dott. Sebastiano Di Stefano del PSTS, il dott. Calogero Barbera vicepresidente dell’Ordine dei dottori e dottori Forestali di Agrigento e il dott. Ignazio Marretta del Consiglio dell’Ordine dei dottori Agronomi e dottori Forestali di Palermo. «I nostri padri i fichidindia non li scartavano – ha commentato Marretta – adesso, con termini diversi e ottiche diverse, e con un’economia di scala diversa, si sta ritornando a quello che per distrazione avevamo perso». Presenti anche diversi amministratori dei Comuni limitrofi e dei poli produttivi siciliani.
Con la complicità di una bella giornata di sole le attività divulgative si sono aperte e si è
chiuse con la visita ai campi sperimentali delle aziende partner del progetto – Azienda Agricola Mulino Fiaccati di Laura Bonanno e Azienda Agricola di Lucia Bonanno – per l’applicazione degli scarti da processo in campo e per comunicare gli esiti agronomici e colturali delle precedenti somministrazioni. Laura Bonanno e Rosolino Romano hanno sottolineato l’importanza delle innovazioni e della programmazione di attività agricole e imprenditoriali sostenibili per rispondere con fiducia alle sfide del futuro che deve fare i conti con le gravi conseguenze dei cambiamenti climatici. Le attività sono state arricchite da una prova dimostrativa dell’avviamento dell’antico Mulino Fiaccati.