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Mafia: questore Palermo, “207 processioni monitorate nel 2022, stop inchini”

Grande attenzione anche a neomelodici e apologia cultura mafiosa

Nel 2022 a Palermo 207 processioni religiose sono state monitorate e ‘disciplinate’ dalla Questura. Un’attenzione nata da una necessità: scongiurare ogni forma di ossequio a esponenti di Cosa nostra, con ‘inchini’ davanti le case di boss e pregiudicati per mafia. “Abbiamo lavorato in accordo con le Curie di Palermo, Monreale e Cefalù – ha detto il questore Leopoldo Laricchia incontrando i giornalisti per i saluti di fine anno -. Dopo aver ottenuto dai parroci l’indicazione dell’itinerario della processione verifichiamo se ci sono residenze di mafiosi, che abbiamo tutte mappato. Nel caso ci siano valutiamo se fare la deviazione del percorso – ne abbiamo fatto una decina tra città e provincia – o obbligare alla non fermata. E’ importante non mortificare la religiosità popolare, ma posso dire che abbiamo trovato un buon punto di equilibrio e questo tipo di fenomeni (gli inchini, ndr) non si sono più registrati”.

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Riflettori accesi anche sulle confraternite. “La Curia si sta impegnando molto insieme anche alla Prefettura per fare un filtro perché non siano infiltrate, o peggio, governate da soggetti che nulla hanno a che vedere con la religione”. Infine il fenomeno dei neomelodici e dell’apologia della cultura mafiosa. “L’attenzione è massima e su questo siamo stati molto drastici. Non si può consentire l’esaltazione di una certa cultura. Per alcuni cantanti ho emesso l’avviso orale e per altri ho ordinato che non venissero eseguiti alcuni testi”, ha concluso il questore.

 

“Bisogna essere molto cauti nel dire che Cosa nostra ha perso la sua forza. Direi, piuttosto, che si è ‘rimessa in discussione’, ha capito dove potersi sommergere e dopo poter emergere. E’ un’organizzazione criminale con una storia più che centenaria, che esiste e che non è sconfitta. L’auspicio, per usare le parole di Falcone, è che come tutti i fenomeni umani possa avere una fine. Quello che è certo è che l’attenzione repressiva è massima per disarticolare continuamente i mandamenti”.

“Saremo tutti al lavoro per fare in modo che questo primo capodanno dopo gli anni di restrizioni legati alla pandemia sia un ‘festa di liberazione’ ma nel massimo della sicurezza. L’impegno della Polizia sarà molto forte, saremo tutti in piazza per governare al meglio questo momento di festa”. A dirlo è stato il questore di Palermo, Leopoldo Laricchia, incontrando i giornalisti a poche ore dal concertone di fine anno.

Poi un invito. “L’utilizzo improprio di esplosivi e botti a Palermo avviene purtroppo tutto l’anno – ha aggiunto -. Cerchiamo di non esagerare. E’ pericoloso e dal divertimento si può passare in un attimo alla tragedia. Uno quando dice queste cosa sembra il grillo parlante, ma poi quando accadono piangi e magari te la prendi con il medico dell’ospedale”.

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