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Inseriscono dati falsi per ottenere il Reddito di Cittadinanza, denunciati 46 stranieri

I Finanzieri del 2° Nucleo Operativo Metropolitano del Gruppo di Palermo, hanno individuato a Palermo 46 soggetti di nazionalità straniera presunti percettori di Reddito di Cittadinanza per aver inserito nella relativa domanda dati presumibilmente falsi per ottenere il beneficio.

PALERMO – Nei giorni scorsi i Finanzieri del 2° Nucleo Operativo Metropolitano del Gruppo di Palermo, in esito ad attività di intelligence economico-finanziaria e in stretta sinergia e collaborazione info-operativa con l’INPS, hanno individuato a Palermo 46 soggetti di nazionalità straniera presunti percettori di Reddito di Cittadinanza per aver inserito nella relativa domanda dati presumibilmente falsi per ottenere il beneficio.
I Finanzieri durante i controlli hanno acquisito i certificati storici di residenza dai vari Comuni ove i predetti soggetti risultavano iscritti e hanno provveduto ad approfondire ulteriormente le loro posizioni tramite le banche dati in uso al Corpo al fine di rilevare informazioni di interesse come, ad esempio, il giorno di ingresso dei soggetti sul territorio italiano indicato dall’Ufficio Immigrazione P.S., oppure la sussistenza di eventuali negozi giuridici.

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All’esito degli accertamenti, i soggetti controllati avrebbero omesso di comunicare dati e informazioni risultanti ostative per la concessione del beneficio; in particolare, i soggetti di nazionalità straniera avrebbero falsamente attestato di essere residenti in Italia da almeno dieci anni, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo.

Tenuto conto che tale circostanza costituisce causa ostativa alla concessione del beneficio, i finanzieri hanno proceduto a segnalare i 46 soggetti alla Procura della Repubblica di Palermo per la violazione prevista dall’art. 7 del D.L. 4/2019 e, contestualmente a comunicare i presunti indebiti percettori agli uffici I.N.P.S. competenti territorialmente per l’irrogazione delle sanzioni amministrative di revoca/decadenza del beneficio e per il recupero coattivo delle somme già indebitamente percepite, pari, complessivamente, € 201.384,21.

L’attività di servizio, conferma il ruolo di polizia economico-finanziaria affidato al Corpo della Guardia di Finanza, a contrasto di coloro i quali, accedendo indebitamente a prestazioni assistenziali erogate dallo Stato, sottraggono importanti risorse economiche destinate a favore di persone e famiglie che si trovano effettivamente in condizioni di disagio.

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