Palermo, 15 ott. – E’ stato arrestato l’uomo che ieri sera ha aggredito una dottoressa in servizio alla Guardia medica di Villabate, nel Palermitano. Si tratta di un 32enne che ieri sera si è presentato nei locali di corso Vittorio Emanuele per richiedere una visita domiciliare per la madre. Quando il medico ha iniziato a richiedere alcuni dati per compilare i documenti necessari ad attivare il servizio, l’uomo sarebbe andato su tutte le furie e l’avrebbe aggredita.
La dottoressa è riuscita a chiedere aiuto e il 32enne è stato rintracciato poco dopo dai carabinieri. Per lui sono scattate lemanette con l’accusa di violenza e minaccia.
La Direzione aziendale dell’Azienda sanitaria provinciale di Palermo esprime “la massima solidarietà, supporto e appoggio” al medico del servizio di continuità assistenziale di Villabate (Palermo) aggredito la notte scorsa dal familiare di un paziente. “Ancora una volta è avvenuto un fatto molto grave – dice il direttore generale dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni – un fatto avvenuto all’interno di un presidio in cui il medico agisce sempre nell’esclusivo interesse del paziente, nel rispetto di norme deontologiche e nell’esercizio delle sue funzioni. E’ stata una vile aggressione ai danni di un professionista appartenente al mondo della sanità che tutti, giustamente, elogiamo per l’impegno e la dedizione dimostrato durante questo difficile periodo di emergenza”. La Direzione aziendale ha ringraziato i carabinieri per “il pronto intervento” preannunciando la costituzione di parte civile in un eventuale giudizio.
“Un atto di violenza nei confronti di un camice è un’aggressione allo Stato. Esprimo massima vicinanza nei confronti della professionista della Guardia medica di Villabate aggredita e sono grato ai carabinieri che hanno prontamente arrestato chi si è macchiato di tale infamia. Come previsto, l’Asp di Palermo si costituirà parte civile nel processo in cui stavolta potrà essere applicata la nuova legge che introduce delle aggravanti nel caso in cui i fatto siano commessi a danno di operatori sanitari. Le pene possono arrivare fino a 16 anni”. Lo dice l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza.
(Adnkronos)