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Autonomia: parte dall’ospedale Civico la raccolta firme di Cgil e Uil

Parte emblematicamente dall’ospedale Civico di Palermo la raccolta di firme di Cgil e Uil siciliane per chiedere al presidente della Regione Renato Schifani di ritirare il suo appoggio al progetto di autonomia differenziata del governo nazionale

Parte emblematicamente dall’ospedale Civico di Palermo la raccolta di firme di Cgil e Uil siciliane per chiedere al presidente della Regione Renato Schifani di ritirare il suo appoggio al progetto di autonomia differenziata del governo nazionale. Martedì 6 giugno, nell’area antistante il bar dell’ospedale, a partire dalle 9 e fino alle 13, i due sindacati terranno un presidio con la prima postazione dove potere firmare la petizione rivolta al presidente della Regione. Presenti i due leader regionali Alfio Mannino (Cgil) e Luisella Lionti (Uil).

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“La sanità pubblica, e con essa il diritto alla salute dei siciliani, rischia di pagare il prezzo più alto se l’autonomia differenziata diventerà legge – affermano Mannino e Lionti – E insieme i diritti fondamentali all’istruzione e alla mobilità rispetto ai quali il gap con le regioni più forti del Paese, che continueranno a drenare dal Sud risorse economiche ed intelligenze, si allargherà. Il progetto del governo assesterebbe il colpo di grazia a un sistema sanitario già allo sfascio, come è sotto gli occhi di tutti, che abbisogna di investimenti pubblici per strutture e personale e di riorganizzazione. La sanità siciliana sta pagando severamente il post Covid. Reparti e Pronto soccorso che chiudono, liste d’attesa lunghe, carenza di personale, medicina del territorio fragile: sono problemi strutturali che si sono acuiti nel post pandemia e che si aggraveranno con l’autonomia differenziata indebolendo il sistema sanitario nazionale e rendendo impossibili gli interventi di riequilibrio”.

 

 

“I diritti fondamentali – proseguono – devono essere ugualmente esigibili in tutte le parti dell’Italia, ne va della tenuta del Mezzogiorno e anche dell’unità del Paese. E’ necessaria un’ampia mobilitazione. Diciamo ‘No’ in massa dunque al regionalismo differenziato”.

 

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