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Assoimpresa Palermo: “Zona rossa? Pagano il prezzo solo alcune categorie”

Palermo, 28 apr. – “Adesso basta. Abbigliamento, gioiellerie, wellness e ristorazione sono le uniche quattro categorie che stanno pagando il prezzo, elevatissimo, di questa finta zona rossa”. A lanciare l’ennesimo grido di allarme è Assoimpresa Palermo che, ancora una volta, raccoglie le preoccupazioni delle imprese del capoluogo siciliano rimasto in zona rossa fino al 28 aprile a causa dell’elevato numero di contagi da Covid 19. “La rabbia è tanta, così non si fa altro che dare il colpo di grazia alla microeconomia – dice all’Adnkronos il presidente di Fimo Assoimpresa Marco Di Giovanni – Solo pochi codici Ateco subiscono ingiustamente restrizioni mentre basta guardarsi attorno per avere la sensazione che non sia successo nulla: i supermercati sono affollati, negli uffici postali ci sono le code come sempre, i mezzi di trasporto sono strapieni e le persone sono tutte in giro”. Chiusi i centri estetici e i parrucchieri. Saracinesche abbassate per negozi di abbigliamento e palestre. Vietate le consumazioni al bar o al ristorante. “E’ assurdo – aggiunge – le attività a cui è imposta la chiusura sono le uniche che possono realmente garantire il rispetto dei protocolli di sicurezza e sono anche quelle che in questi mesi hanno investito per adeguarsi alle misure decise dal governo. Oggi si ritrovano a dover affrontare un altro mese con le proprie risorse e già c’è chi non potrà riaprire”. Assoimpresa ha richiesto un incontro urgente – che si terrà in settimana – al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, al sindaco di Palermo Leoluca Orlando e al prefetto Giuseppe Forlani. “I governi nazionale e regionale non sono riusciti a gestire la situazione né dal punto di vista sanitario né da quello economico – taglia corto Di Giovanni – L’elemosina dei ristori non è stata in grado di garantire tutte le imprese. Siamo stanchi e chi ci governa deve capire che è arrivato il momento di assumersi le responsabilità: è facile stare seduti a una scrivania, guadagnare il proprio stipendio e dire a noi di stare chiusi. Le imprese sono al collasso e loro devono mettere mani in tasca e aiutarci”.

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“Voi chiudete le attività e voi continuate a farci pagare le tasse. Voi chiudete le attività e voi non create altri posti letto negli ospedali. Voi fate i vaccini ma voi andate al ritmo della lumaca. Voi dovete garantire il diritto al lavoro e voi dovete garantire il diritto alla salute. Voi dovete garantire il Lavoro e la Salute governando bene, non rinchiudendoci in casa. Se la zona rossa non funziona è un fallimento del sistema perché la norma è pensata male, stare a casa provoca più contagi e più fallimenti! E se anche funzionasse non siete in grado di farla rispettare. Stare tutti in casa dopo più di anno è impossibile!”. Così la presidente di Confcommercio Palermo Patrizia Di Dio, raccogliendo il malcontento degli associati. “Chiedete ancora la zona rossa?! Tanto è l’unica cosa che sapete fare.Fare terrorismo, anziché trovare soluzioni – aggiunge – Ognuno però si assuma la responsabilità delle sue azioni. Assistiamo ormai ad una gara a chi per prima tra le istituzioni chiede l’ennesima zona rossa pur di deresponsabilizzarsi, senza nemmeno analizzare se sussistono i parametri e senza preoccuparsi degli immensi danni che provoca. Vogliamo conoscere ogni parametro: contagi per numero di abitanti, posti letto liberi in tutta la Sicilia. La Lombardia ha dati peggiori ed è in zona gialla. Oltre al reato di provocata pandemia le istituzioni pensino anche al reato di pandemia economica”.
(Adnkronos/(Labitalia)

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