Palermo, 19 nov. – Trentasei lavoratori in nero sono stati scoperti dai finanzieri della Compagnia di Taormina in una Rsa della provincia di Messina. Dal 2016 al 2020, il titolare della struttura si è avvalso per l’assistenza degli anziani ricoverati di 36 lavoratori in nero su un totale di 40 dipendenti. Gli impiegati hanno raccontato come il titolare impedisse la fruizione di qualsiasi forma di riposo o ristoro durante l’orario di lavoro, nonché di socializzare tra loro, arrivando a imporre il divieto di scambiarsi i numeri di telefono.
Anomalie sono state riscontrate anche negli stipendi: i contratti di lavoro collettivo per i dipendenti dalle cooperative, consorzi e società consortili del settore socio-sanitario assistenziale-educativo e di inserimento lavorativo prevedono una paga base che va da 1.184,19a 1.426,41 euro, a fronte di un orario di lavoro di 38 ore settimanali, i lavoratori della Rsa percepivano invece circa 700 euro, indipendentemente dalle mansioni svolte e dalle ore lavorate, in media45 ore settimanali.
Al titolare della Rsa, che dovrà regolarizzare la posizione del personale attualmente impiegato irregolarmente, sono state contestate sanzioni per oltre 130mila euro di multa, oltre alle somme dovute a titolo di ritenute fiscali e previdenziali.
(Adnkronos)