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Emergenza Covid: “buoni spesa” senza averne diritto, verbalizzate oltre 300 persone

Nell’ambito del dispositivo di vigilanza predisposto per far fronte all’emergenza sanitaria i finanziari di Enna hanno condotto una serie di controlli nei confronti dei beneficiari dei buoni spesa erogati dai Comuni alle famiglie in difficoltà.

ENNA – I Finanzieri del Comando Provinciale di Enna, nell’ambito del dispositivo di vigilanza predisposto per far fronte all’emergenza sanitaria, economica e sociale causata dall’epidemia da Covid-19, hanno condotto una serie di controlli nei confronti dei beneficiari dei buoni spesa erogati dai Comuni alle famiglie in difficoltà e destinati all’acquisto di generi alimentari e di prima necessità.
Le attività ispettive, svolte con riferimento ai dati acquisiti presso ciascuno dei venti Comuni della provincia ennese, si sono sviluppate mediante il riscontro della veridicità delle informazioni dichiarate in sede di autocertificazione dai richiedenti, riferibili a ciascun componente del relativo nucleo familiare.

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L’attenzione delle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Enna, che ha curato gli accertamenti, si è concentrata in primo luogo sulla verifica dell’effettiva mancata percezione di altre forme di sostegno pubblico, come per esempio reddito di cittadinanza, indennità di disoccupazione o altri contributi della specie, e in seconda battuta ad escludere il possesso di altri redditi o di disponibilità economiche e patrimoniali incompatibili con lo stato di necessità previsto per l’ottenimento del buono spesa.

Singolari, in un caso, l’accertata disponibilità del richiedente il buono spesa, di una somma di denaro di circa 40.000 sul proprio conto corrente bancario oppure, in altre circostanze, la presenza di più richieste presentate in tempi diversi da più membri dello stesso nucleo familiare, così da incassare ingiustamente più buoni spesa.

Al termine dei controlli, le posizioni irregolari sono risultate 304, per un importo complessivo illecitamente percepito di oltre 75.000 euro, per il quale sono state elevate sanzioni amministrative per 225 mila euro. A ciascun trasgressore, infatti, è stata applicata una sanzione pari al triplo del buono incassato indebitamente, mentre la sua posizione è stata segnalata al Comune di residenza al quale dovrà restituire anche il valore del buono ottenuto.

Rimane sempre costante l’attenzione della Guardia di Finanza a tutela delle persone più vulnerabili e bisognose, nell’ottica di contrastare ogni forma di indebito accesso al denaro pubblico da parte di chi non ne ha diritto, danneggiando in tal modo l’intera collettività.

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