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Valle del Loddiero, un itinerario tra vulcani estinti e barriere coralline fossili

Inaugurato il secondo sentiero geologico didattico al Complesso monumentale, archeologico e paesaggistico di Santa Maria La Vetere di Militello Val di Catania

Un “viaggio” affascinante tra vulcani estinti e barriere coralline fossili immersi nella Valle del Loddiero, l’incisione fluviale che si distende tra Scordia e Militello Val Di Catania, tra panorami mozzafiato e un patrimonio naturalistico e archeologico di immenso valore.
A “disegnare” l’itinerario – denominato “La Valle del Loddiero: un laboratorio geologico naturale” – un team dell’Università di Catania composto dai docenti Rosolino Cirrincione (responsabile del progetto), Rosanna Maniscalco, Rosalda Punturo e Roberto Visalli in collaborazione con Stefano Catalano del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali e Giovanni Sturiale dell’Area Terza Missione dell’ateneo catanese insieme con Rita Di Trio dell’Ecomuseo ‘Valle del Loddiero’.
L’itinerario didattico è stato presentato nei giorni scorsi al Complesso monumentale, archeologico e paesaggistico di Santa Maria La Vetere di Militello Val di Catania alla presenza di numerosi studiosi e operatori culturali e turistici.
«Si sviluppa lungo un sentiero con ben tredici tappe che costeggia per intero la valle del Torrente Loddiero e permette di osservare una tra le più complete e spettacolari successioni stratigrafiche presenti dell’intero altopiano ibleo – spiega il prof. Rosolino Cirrincione -. La successione è costituita da alternanze di vulcaniti e di rocce carbonatiche formatesi nel Pliocene e nel Pleistocene, da circa 2,5 milioni di anni fa all’attuale».
«Il percorso costituisce un esempio didattico molto valido per illustrare le relazioni tra vulcanismo, sedimentazione e variazioni del livello del mare nell’area iblea nell’intervallo di tempo tra il Pliocene e il Pleistocene, e per comprendere i cambiamenti climatici nella scala geologica dei tempi» hanno aggiunto i ricercatori dell’ateneo catanese.
«Nel mondo della scuola di ogni ordine e grado, emerge sempre di più l’esigenza di dotarsi di strumenti di didattica più efficienti e coerenti con la programmazione curriculare in grado di coinvolgere pienamente gli studenti – aggiungono -. In questo contesto e con questa finalità si colloca la realizzazione di un itinerario didattico, dove lo stare assieme ‘in cammino’ in escursioni didattiche diventa uno strumento stimolatore e facilitatore di una osservazione consapevole degli aspetti naturalistici del territorio. L’itinerario permette di conoscere una realtà poco nota, se non a livello scientifico, ovvero il vulcanismo ibleo. Si tratta di un vulcanismo antico, che ha avuto inizio nel Triassico superiore (200 milioni di anni fa) in prossimità del settore meridionale (ragusano) dell’altopiano ibleo e che, migrando verso nord, arrivò a manifestarsi circa 1 milione di anni fa in prossimità dell’odierna Piana di Catania. Percorrendo l’itinerario didattico della Valle del Loddiero, si ha quindi la sensazione di osservare un ‘film’ geologico dove, fotogramma per fotogramma, si snoda l’evoluzione di un territorio nell’intervallo temporale che va da circa 2 milioni e mezzo di fa all’attuale. Ecco come il territorio diventa laboratorio e l’itinerario si trasforma in aula».
L’Ecomuseo ’Valle del Loddiero’ di Militello, promosso dal locale Club per l’Unesco, è uno dei tredici riconosciuti in Sicilia dall’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Idenitità Siciliana. Si sviluppa per l’intera omonima vallata, percorso da una ventina di chilometri di stradelle e sentieri, sino a raggiungere la vicina Scordia e la Tenuta Ambelia, noto centro ippico insediato da quasi due secoli. Al suo interno sorge il Complesso monumentale-archeologico Santa Maria La Vetere.

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L’Ecomuseo si occupa della conservazione e valorizzazione del patrimonio paesaggistico e, inoltre, quell’insieme dei beni culturali e materiali e immateriali dell’area; la promozione scientifica e quella territoriale, come nuova formula turistico-culturale. E ancora tutela l’identità delle comunità locali, come risorsa del futuro e strumento dei territori per la gestione del patrimonio in maniera partecipativa.

 

La sua attività è, quindi, tutta tesa alla funzione di espositore delle specificità, delle diversità culturali, oltre che naturali, per scongiurare il pericolo di sradicamento della società dalla propria storia e dagli elementi della cultura dei propri luoghi, le tradizioni, l’arte, il folkore, i riti e le pratiche sociali, i sapori, i profumi, i gusti, i suoni, gli usi e i costumi e i saperi.

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