La metodologia innovativa finalizzata all’autenticazione di reperti ceramici tramite l’ottimizzazione di test basati sulla Termoluminescenza è stata premiata al congresso internazionale Metrology for Archaeology and Cultural Heritage che si è tenuto nei giorni scorsi all’Università di Milano.
Una conferenza che riunisce ricercatori e operatori nel campo della valorizzazione, caratterizzazione e conservazione del patrimonio culturale con l’obiettivo principale di discutere la produzione, l’interpretazione e l’affidabilità di misurazioni e dati.
Un’occasione, quella offerta da “MetroArchaeo”, per favorire lo scambio di idee e informazioni, creare reti collaborative e aggiornare le innovazioni sulle “misure” adatte ai beni culturali per archeologi, conservatori e scienziati.
La ricerca, che ha ottenuto il “Best Conference Demo Award” per la “Innovative Procedure in the TL Authenticity Tests” a MetroArchaeo, consiste in una metodologia innovativa che supera la “classica” termoluminescenza in grado di stimare l’età presunta di reperti di interesse storico-artistico anche mediante l’ausilio di “punte intelligenti” per misure termiche sui campioni. La tecnica è stata messa a punto dai docenti Anna Gueli e Carlo Trigona dell’Università di Catania, che hanno ricevuto il “Best Conference Demo Award”, nell’ambito dell’attività multidisciplinare in collaborazione con la rete CHNet – Cultural Heritage Network dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. A consegnare il premio ai docenti dell’ateneo catanese i general chairs Paola Fermo dell’Università di Milano e Pasquale Daponte dell’Università del Sannio insieme con il prof. Francesco Lamonaca dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria.
«L’approccio sviluppato, indirizza un importante livello di innovatività nel contesto del patrimonio culturale e riguarda una procedura in cui, oltre a venire valutati, tramite tecniche spettrometriche, i contributi alla dose annua provenienti dal reperto stesso, viene misurata la temperatura raggiunta in fase di prelevamento, con metodi energetici e misure indirette, in modo da stimare eventuali perdite del segnale Termoluminescenza imputabili alle operazioni effettuate – spiegano i docenti Anna Gueli e Carlo Trigona -. È in fase di messa a punto altresì, una metodologia che consenta, nota la temperatura raggiunta dal campione prelevato, di quantificare la perdita del segnale e apportare le dovute correzioni. Obiettivo principale dell’attività di ricerca premiata è quello di risolvere la problematica della stima dell’età presunta di campioni “fuori contesto”, per i quali non è noto il luogo di ritrovamento o provenienza. Questo scenario risulta tra i più difficoltosi nell’ambito dei beni culturali rispetto a quelli della classica autenticazione (vero o falso) o della datazione, per la quale è noto il luogo del rinvenimento del reperto».
«L’approccio ha consentito di ottenere dati interessanti in termini affidabilità e robustezza non raggiungibili con le procedure di routine ed è già stato applicato su reperti oggetto di specifiche richieste da parte di privati ed enti quali soprintendenze e musei – aggiungono -. In questo contesto hanno avuto molta eco nei mesi scorsi i risultati grazie ai quali è stato possibile stabilire l’autenticità di un kàntharos, un vaso sulla cui fascia figurata è rappresentato Dioniso con satiri e menadi attribuito al noto pittore greco antico, vissuto tra il VI e il V secolo a.C. e considerato uno dei maggiori artisti della ceramica attica a figure rosse. Numerose le commesse ricevute dopo la divulgazione di tale expertise e le richieste di collaborazione da parte del Nucleo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale nonché di gruppi di ricerca operanti nel campo dell’archeometria».
Unict MetroArchaeo, premiata la ricerca sull’autenticazione dei reperti ceramici
La metodologia basata sulla termoluminescenza, è stata messa a punto dai docenti dell’Università di Catania in collaborazione con la rete CHNet

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