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Licata: anziani picchiati e umiliati e violenze postate su Fb, 3 fermi

AGRIGENTO – Tortura, sequestro di persona, lesioni e violazione di domicilio. Sono le ipotesi di reato contestate a tre persone, un 27enne, 24enne e un 37enne, fermati dai carabinieri di Licata, nell’Agrigentino, in esecuzione di un provvedimento firmato dal procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, e dal sostituto Gianluca Caputo. I tre secondo l’accusa si sarebbero resi responsabili di “ripetuti gravi e odiosi atti di violenza e minaccia” nei confronti di tre anziani in condizione di minorata difesa.

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Botte, umiliazioni e “atti di sadismo”, spiegano gli investigatori, ripresi e postati sui social. In alcuni casi le vittime sono state legate con del nastro adesivo, sarebbe stato loro versato dell’acido sui capelli e in un caso uno di loro pestato selvaggiamente con un bastone. Violenze a cui secondo gli inquirenti avrebbero partecipato anche altre persone ancora in corso di identificazione. “Gli indagati, lungi dal vergognarsi delle loro turpe gesta, divulgavano su Facebook le loro criminali imprese compiacendosi delle violenze perpetrate sugli inermi anziani”, spiegano gli investigatori.

Il provvedimento di fermo si è reso necessario per evitare la fuga dei tre e, soprattutto, per evitare altre spedizioni punitive ai danni degli anziani che avrebbero potuto avere anche esiti mortali.

“Gli atti di violenza degli indagati, immortalati in alcune video riprese, non appaiono giustificati da alcun pur futile motivo ma rispondono unicamente a logiche di puro sadismo”. A dirlo sono gli investigatori dopo il fermo di tre persone, un 27enne, un 24enne e un 37enne con l’accusa di tortura, sequestro di persona, lesioni e violazione di domicilio. I carabinieri di Licata (Agrigento) hanno dato esecuzione a un provvedimento firmato dal procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, e dal sostituto Gianluca Caputo. I tre secondo l’accusa si sarebbero resi responsabili di “gravi e odiosi atti di violenza e minaccia nei confronti di tre anziani in condizioni di minorata difesa”. Le violenze, riprese con gli smartphone, sono poi state postate su Facebook.
(Adnkronos)

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