Il Ministro dell’Interno Matteo Salvini esulta su Twitter postando la notizia di un’azione contro la mafia nigeriana e il Procuratore Capo della Repubblica di Torino, Armando Spataro, si infuria perché ritiene che così si sarebbe potuto compromettere il buon esito dell’operazione. Spataro ha infatti tempestivamente dichiarato che “Ci si augura che, per il futuro, il Ministro dell’Interno eviti comunicazioni simili a quella sopra richiamata o voglia quanto meno informarsi sulla relativa tempistica al fine di evitare rischi di danni alle indagini in corso”. La risposta di Salvini arriva immediata. “Basta parole a sproposito – scrive il ministro e vice premier -. Inaccettabile dire che il ministro dell’Interno possa danneggiare indagini e compromettere arresti. Qualcuno farebbe meglio a pensare prima di aprire bocca. Se il procuratore capo a Torino è stanco, si ritiri dal lavoro: a Spataro auguro un futuro serenissimo da pensionato”. E poi aggiunge: “Se il capo della polizia mi scrive alle 7.22 informandomi di operazioni contro mafia e criminalità organizzata, come fa regolarmente, un minuto dopo mi sento libero e onorato di ringraziare e fare i complimenti alle forze dell’ordine”.
A favore di Spataro si è schierato il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, David Ermini, al quale ha manifestato “apprezzamento per il lavoro che sta svolgendo e pieno riconoscimento per l’alta professionalità e per l’impegno dimostrati in tutti questi anni. Un impegno da grande e leale servitore dello Stato che non può essere in alcun modo messo in discussione da toni sprezzanti. Il lavoro serio, puntuale e rischioso della magistratura non può e non deve essere utilizzato per scopi di propaganda”. A Spataro, oltre ad altri membri del Csm ed al Procuratore Generale di Torino, Francesco Saluzzo, ha espresso solidarietà anche Roberto Saviano.
Nessun collega di Governo di Salvini è intervenuto mentre diversi esponenti dell’opposizione, oltre a criticare Salvini, hanno chiesto l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
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