ROMA – Il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl anticorruzione che contiene una serie di misure, come il Daspo per i corrotti e l’impiego dell’agente sotto copertura. Ma cos’è il Daspo? Il Daspo (da D.A.SPO., acronimo di Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive), è una misura prevista dalla legge italiana al fine di impedire aggressioni violente nei luoghi degli avvenimenti sportivi. Invece il Daspo anticorrotti prevede una sanzione da 5 a 7 anni di interdizione dai pubblici uffici per i corruttori e il divieto di partecipare agli appalti della Pa per chi ha riveduto condanne fino a 2 anni. Per le penne superiori a 2 anni il divieto diventa a vita. Mentre gli agenti sotto copertura per stanare casi di corruzione ai danni della Pa recepiscono una convenzione Onu firmata dall’Italia già nel 2003 ha ricordato il Guardasigilli. Agevolazioni invece per chi confessa volontariamente fatti non ancora oggetto di indagine, reati commessi non più di 6 mesi prima o restituisce entro quella data fondi ricevuti tramite corruzione. Chi si appropria di denaro non suo nei casi più gravi sarà indagato d’ufficio, senza che sia necessaria denuncia da parte della vittima. Mentre sul traffico di influenze la legge le unifica vere o presunte che siano assorbendo il millantato credito tra il traffico illecito di influenze. Una revoca del daspo dagli appalti potrà essere concessa in caso di riabilitazione, ma solo passati 12 anni dall’espiazione della pena. Un periodo di tempo a cui vanno aggiunti i tre anni previsti per ottenere la riabilitazione. E’ quello che prevede – a quanto si apprende – una delle principali modifiche introdotte nel ddl anticorruzione approvato dal Cdm. Se il soggetto è recidivo, i tempi aumentano, perché in quel caso servono 10 anni per chiedere la riabilitazione.
Consiglio dei Ministri approva disegno legge anticorruzione
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