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Governo: vicina la prima manovra Draghi, 32 miliardi per “Ristori”

Roma, 19 feb. – Incassato il voto del parlamento il presidente del Consiglio, Mario Draghi, dovrà tradurre in fatti le parole con cui ha illustrato il programma del suo governo. A partire dal decreto legge ristori quinquies, che di fatto rappresenta la prima manovra del nuovo esecutivo, che può contare su un plafond di 32 miliardi di euro. Ma come saranno utilizzate le risorse? ”Il governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i lavoratori”, assicura Draghi. ”Ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche”, aggiunge subito dopo. Alcune ”dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi”.

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La strategia di sostegno delle imprese e lavoro, secondo Draghi, partirà da coloro che fino a oggi hanno pagato il prezzo più alto, i lavoratori autonomi, i giovani e le donne. Il dl oltre a garantire le risorse necessarie per la proroga degli aiuti alle imprese, della cassa integrazione e del blocco dei licenziamenti, dovrebbe anche risolvere il problema degli atti fiscali in stand by. Si tratta di tutte le cartelle che il fisco avrebbe dovuto inviare lo scorso anno ai contribuenti, circa 50 milioni, a cui si andranno a sommare quelle del 2021.

Con un primo decreto legge ad hoc è stato sospeso l’invio fino al 31 gennaio, a cui poi si è aggiunto un secondo provvedimento che ha congelato tutto fino al 28 febbraio. Si tratta ora di vedere quale soluzione immediata il Governo metterà sul tavolo. Fermo restando che sul fronte del fisco, la rotta indicata da Draghi è quella di una visione di più ampio respiro per la tanto attesa riforma fiscale. Contemporaneamente alla risoluzione dei problemi che sono in cima alla lista per grado d’urgenza, bisogna riscrivere il Recovery plan.

‘Il Governo farà le riforme ma affronterà anche l’emergenza. Non esiste un prima e un dopo”, secondo Draghi. Il precedente Governo ”ha già svolto una grande mole di lavoro sul Programma di ripresa e resilienza (pnrr)” quindi ”dobbiamo approfondire e completare quel lavoro che, includendo le necessarie interlocuzioni con la Commissione europea, avrebbe una scadenza molto ravvicinata, la fine di aprile”. Ristori: L’esigenza di sostenere le attività in difficoltà ha portato l’ex esecutivo a chiedere uno scostamento di bilancio da 32 miliardi. Adesso sarà il governo Draghi a decidere quale sarà il meccanismo per distribuire le risorse.

Cartelle fiscali: Entro il 28 febbraio dovranno essere varate le misure per gestire l’attività dell’Agenzia delle entrate, fino a quando l’emergenza sanitari sarà superata e, di conseguenza, gli uffici saranno pronti a riprendere regolarmente l’attività in sicurezza. Il ritorno a tempi ‘normali’ consentirà inoltre a molti contribuenti che oggi si trovano in difficoltà economiche, di poter adempiere ai propri doveri fiscali. Ovviamente nel pacchetto ‘congelato’ rientrano la riscossione coattiva e l’attività di notifica degli avvisi di accertamento.

Recovery: Insieme al varo della ‘manovra’ ristori, il governo dovrà occuparsi del nuovo Recovery plan, che dovrà contenere le misure per far ripartire il paese, scritte nel modo e nei tempi giusti affinché l’Europa le approvi. Per affrontare la crisi innescata dal coronavirus l’Italia ha un assegno dell’Ue da 209 miliardi, ma prima di essere firmato l’Italia dovrà dimostrare che è in grado di rispettare le regole fissate dall’Europa. La conoscenza da parte di Draghi dei meccanismi europei come pochi altri consente a molti, in Italia e all’estero, di essere fiduciosi sul loro rispetto.
(Labitalia)

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