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Giornalisti: Piantedosi, ‘non è a rischio la libertà di stampa, pubblica attestazione a giornalisti’

Il ministro dell'Interno: 'malamovida? Bisogna innalzare il livello di contrasto' e poi consegna chiave bene confiscato a Corte Appello di Palermo

“Colgo l’occasione per fare una pubblica attestazione al ruolo della stampa, che non è solo di circostanza, alla quale personalmente non mi sottraggo mai, anche quando ci sono critiche o una dialettica”. A dirlo il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a Palermo. Sulle norme approvate sulla stampa, dice: “Mi sfugge quali possano essere queste norme, ma dico che non c’è alcun rischio. Abbiamo talmente a cuore la stampa che abbiamo riavviato l’osservatorio contro gli atti contro i giornalisti”.

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Mafia: Piantedosi consegna chiave bene confiscato a Corte Appello Palermo
“L’assegnazione di un bene confiscato alla mafia alla Procura di Palermo per destinarlo a sede della sezione di polizia giudiziaria ha un valore fortemente simbolico, è un segno tangibile che con i patrimoni della criminalità organizzata contribuiamo a rafforzare la lotta alla mafia”. Sono le parole del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi durante la consegna delle chiavi dell’edificio confiscato alla mafia, al presidente della Corte d’appello Matteo Frasca nel corso di una cerimonia nella Prefettura di Palermo. La struttura di 800 metri quadrati si trova nel quartiere Partanna-Mondello ed è stata confiscata al mafioso Domenico Caravello. “E’ la testimonianza efficiente dello Stato nella lotta alla criminalità, è un evento ricchissimo di significato simbolico che consente di recuperare efficacia all’azione della polizia giudiziaria con un importante risparmio di spesa perché non si pagano più i canoni di locazione del vecchio immobile – ha detto Matteo Frasca – Auspico che sia solo un percorso iniziale e sia viatico di una continua acquisizione di beni”.

Per la Procuratrice generale, Lia Sava, è “il risultato raggiunto in poco più di un mese da quando è nata l’idea di assegnare alla polizia giudiziaria il bene confiscato, questo dimostra che se ci mettiamo insieme, come istituzioni, realizziamo qualcosa di importante e in questo caso di storico”. “Per la città inoltre – ha aggiunto Lia Sava – significherà avere a Partanna-Mondello una presenza forte dello Stato, è un bel segnale di speranza”. E il Procuratore capo Maurizio De Lucia ha detto “E’ raro in questo Paese che si possa ottenere in tempi brevi una soluzione, questo caso testimonia l’efficienza della macchina dello Stato. Esprimo estrema soddisfazione”. “Quando i processi penali sono fatti bene, anche in presenza di costi per la loro istruzione come le vituperate intercettazioni, non c’è dubbio che la resa realizza un credito per lo Stato”. Presenti alla cerimonia il prefetto Bruno Corda, direttore dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati e sequestrati; il Capo della Polizia Vittorio Pisani, il prefetto di Palermo Massimo Mariani; il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, la deputata Carolina Varchi (Fdi), il presidente della Regione siciliana Renato Schifani, i vertici di Polizia, Gdf e Carabinieri.

 

Piantedosi, ‘malamovida? Bisogna innalzare il livello di contrasto’
“Bisogna innalzare il livello di contrasto” contro la “mala movida” a Palermo. A dirlo è il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi incontrando la stampa a Palermo, al termine del Comitato per l’ordine e la sicurezza. Negli ultimi mesi ci sono stati diversi episodi di criminalità, con l’omicidio di un giovane in una discoteca e l’uccisione di un altro ragazzo nei presso di un altro locale, questa volta a Balestrate. “Proveremo a mettere in campo qualcosa per rafforzare anche l’idea di sicurezza”, dice Piantedosi.

 

Migranti: Piantedosi, ‘suicidio Cpr? ‘Fare di tutto per prevenire, attenzione per situazioni disagio’
“Bisogna fare tutto il possibile per intercettare prima che accadano queste tragedia”. A dirlo è il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, parlando del suicidio di un ragazzo di 22 anni, originario della Guinea, trovato impiccato all’interno del Cpr di Ponte Galeria. U’infermiera del presidio medico ha tentato di rianimare il giovane ma era troppo tardi. Il 22enne era arrivato da dieci giorni e doveva essere rimpatriato. Arrivava dal centro di accoglienza di Trapani dal quale era stato trasferito dopo un incendio nel complesso. “Faremo in modo che oltre ai servizi già predisposti adesso nei capitolati per la gestione di questi centri ci possa essere una attenzione particolare per le situazioni di disagio- dice Piantedosi – Forse un disagio che preesisteva. Per vedere come si possono prevenire”.

 

 

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