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Cappellani (Pd): “vicenda Catania Calcio cartina tornasole di una città fallita, urge riflessione collettiva”

"Classe politica al potere non ha connessione con imprenditori" dichiara il parlamentare nazionale del Pd, Santi Cappellani

Catania, 14 apr. (Adnkronos) – “Se non si riescono ad attrarre investitori sul Catania Calcio, come si può pensare di attrarre investitori in qualsiasi altro campo economico? La vicenda del Catania Calcio è una cartina di tornasole dell’immagine di Catania”. Lo afferma all’AdnKronos il parlamentare nazionale del Pd, Santi Cappellani, in merito all’esclusione anticipata dal campionato di serie C per la squadra rossoazzurra in merito al fallimento del sodalizio calcistico del capoluogo etneo. “Il Catania Calcio – aggiunge a Cappellani- è un grande ‘brand’ per tradizione, per seguito, per trasversalità. Il Cibali, o Massimino, è un luogo in cui la città si è sempre ritrovata al di là dell’appartenenza a un quartiere o a una classe sociale. Che non si sia riuscito a trovare una cordata di imprenditori convinti a investire su un ‘marchio’ come il Catania Calcio è un segnale importantissimo da non prendere sottogamba, ed è anche un segnale profondamente ‘politico’”.

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L’esponente nazionale Dem ricorda poi che “abbiamo un assessore regionale allo sport, Manlio Messina, che è catanese. Abbiamo un ‘quasi’ sindaco, Salvo Pogliese, che allo stadio ha fatto gran parte della sua campagna elettorale, abbiamo un assessore comunale allo sport, Sergio Parisi, che adesso rilascia dichiarazione su come risolvere la faccenda, ma come si dice a Catania ‘a Sant’Aita prima c’arrubaru e poi ci ficiru i porti ‘i ferro'”. “E’ possibile – si chiede Cappellani- che questa classe politica al potere non abbia nessuna connessione con il tessuto imprenditoriale? Bisogna prendere atto che per primi gli imprenditori non hanno fiducia in Manlio Messina, in Salvo Pogliese, in Sergio Parisi. La politica, oggi – evidenzia Cappellani- anche questo deve fare: vendere ‘brand’. E Manlio Messina era alla Bit a vendere il ‘brand’ Sicilia quando nessuno, dico nessuno, voleva comprarsi il ‘Calcio Catania’?”.

“Sono assolutamente d’accordo con quanto detto in questi giorni dalla società civile – fa sapere Santi Cappellania- e mi riferisco all’attore Gino Astorina, al regista Guglielmo Ferro: ‘Non è il CalcioCatania che è fallito, ma Catania’”. “Cercherò, nei prossimi giorni – annuncia inoltre Cappellani- di incontrare qualche amico imprenditore, di parlare con chi ha avuto a che fare con l’amministrazione di questo ‘marchio’ storico come il Catania Calcio, al quale la città tutta è legata”. “Non posso essere ottimista. Ma bisogna lottare. E però -sottolinea infine Cappellani- la riflessione, amara, resta: se non si vuole investire sul ‘Catania Calcio’ come mai potete pensare che la Sicilia possa essere ‘attrattiva’ e con ‘attrattiva’ intendo proprio la capacità di attrarre capitali?”. “Urge una seria riflessione collettiva – conclude- che vada al di là della campagna elettorale in corso”.
(di Francesco Bianco/Adnkronos)

 

 

 

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