“Mi trovo su un doppio binario di emozioni. Da un lato sono felice di riabbracciare i miei affetti, ma rimane il pensiero a quelle terre martoriate. Abbiamo incontrato persone che ci hanno accolto a braccia aperte e ad ogni incontro ci offrivano quel poco che avevano, una tazza di tè o caffè, in segno di riconoscenza. Siamo a casa, ma il nostro pensiero è già verso un possibile ritorno”. A parlare è Marco Canzonieri che, insieme a Mohamed Marfoq, il 15 febbraio è partito da Catania per la Missione di Don Bosco 2000 nelle aree turco-siriane colpite dal terremoto.
Marco è rientrato ieri sera nella sua Piazza Armerina, in provincia di Enna, dopo una missione di 15 giorni, ma il suo pensiero è ancora lì, alle vittime e ai sopravvissuti. E ai bambini e ai loro sorrisi. Fino all’ultimo giorno, i volontari non si sono risparmiati nel portare aiuti ai terremotati e ai profughi siriani delle tendopoli di Kahramanmaras. “I siriani dopo il terremoto sono diventati gli ultimi degli ultimi – dice Canzonieri – In quelle tende si respira disperazione, ci sono nuclei familiari allo sbando. Alcuni cercano di condurre una vita normale, lavano la biancheria, c’è chi legge. Sono anime che camminano. Eppure quando arrivavamo con il materiale sembravano riprendere vita, gioivano, i bambini si illuminavano”. Il sorriso di quei bambini non si può scordare. “È stato un piacere per me passare del tempo con loro – racconta Mohamed Marfoq – ricordo il momento in cui ho insegnato loro un gioco nuovo e la loro gioia nel divertirci insieme”.
L’ultimo giorno sul campo, il 26 febbraio, i volontari si sono spostati verso lo Stadio di Kahramanmaras, per la consegna di calzini, giochi e quaderni per bambini. “Giunti lì, le autorità ci hanno proposto di aiutare un campo vicino ancora più grande – raccontano – Non ce lo siamo fatto ripetere due volte perché ogni opportunità di servizio è un privilegio”. Il secondo campo profughi è costellato di tende e provvisto di una biblioteca mobile realizzata con un autobus e tavoli da lettura. Un’ultima cena ad Adana, poi la partenza per Istanbul per raggiungere la Grecia e imbarcarsi sul traghetto diretto a Brindisi. “Ora siamo a casa, ma il nostro pensiero è già verso un possibile ritorno” conclude Canzonieri.