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Pubbliservizi, Cisl: vige il silenzio, presto il tavolo in prefettura

CATANIA – «Forse per i lavoratori della Pubbliservizi  della ex Provincia Regionale di Catania ci vorrà un miracolo di Sant’Agata per dare loro un futuro certo. Intanto, nello spirito dell’appello alla collaborazione e alla corresponsabilità sui temi della città lanciato dal commissario straordinario Piero Mattei, auspichiamo che la Prefettura accolga con estrema urgenza la richiesta di incontro avanzata da Cgil, Cisl e Uil e, anche attraverso la collaborazione dei commissari nominati dal Tribunale di Catania, si possa avviare al più presto un confronto aperto e franco per definire la fruizione delle spettanze salariali ai lavoratori, il ricorso agli ammortizzatori sociali e quale sarà il processo di reimpiego in un altro soggetto».
Così Maurizio Attanasio, segretario generale della CISL di Catania e Rita Ponzo, segretaria generale della Fisacsat Cisl etnea, si esprimono sulla delicata situazione della partecipata della Città Metropolitana.

 
«Siamo molto preoccupati – aggiungono – perché, a un mese dalla scadenza che porterà al possibile licenziamento dei 330 lavoratori e lavoratrici della Pubbliservizi, c’è un innaturale silenzio della politica e un preoccupante e incomprensibile immobilismo attorno alla vicenda. La quale rischia di diventare una mina vagante, non solo per l’inquietudine che pervade i lavoratori sul loro futuro occupazionale ma anche per quei servizi essenziali forniti dalla partecipata all’area metropolitana e alla stessa cittadinanza catanese, dalla manutenzione degli edifici scolastici superiori alla manutenzione stradale, comprese quelle del versante superiore dell’Etna».
 
«Comprendiamo come, in questo momento, siano  le festività agatine ad assorbire impegno e interesse delle istituzioni cittadine nel rendere la festa della nostra Patrona sicura e ben organizzata – continuano Attanasio e Ponzo – ma Sant’Agata non potrebbe perdonare mai che si giochi “ a nascondino”  per discutere concretamente del destino dei padri e delle madri di famiglia impiegati nella Pubbliservizi». 
 
«Siamo grati a alla prefetta Librizzi – aggiungono – per aver costituito il tavolo in prefettura, ma la preoccupazione dei lavoratori sta iniziando a diventare disorientamento e rabbia, alimentata sia dalla mancanza di riscossione degli stipendi e, nella maggior parte di loro, anche delle 13 mensilità (oltre ad altri emolumenti retributivi), sia anche dalle mille “voci”, mai rese pubbliche e supportate da elementi giuridici-amministrativi da chi le mette in giro, che si rincorrono sul loro destino». 
 
«Riteniamo, infine, ci sia  una responsabilità della politica, a vari livelli e schieramenti, che ha “dimenticato” il problema e alla quale toccherebbe trovare la soluzione. Tocca anche ai politici comprendere come quello della Pubbliservizi non sia solo un problema che coinvolge i lavoratori ma anche la città e la sua area metropolitana che merita anche per questo di essere risolto una volta per tutte, senza tentennamenti e senza mistificazioni».

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