Catania, 22 aprile 2021 – Il ministro Giovannini ha da pochi giorni avviato il rinnovo dei vertici delle Autorità di sistema portuale e definito gli obiettivi strategici. Per Maurizio Attanasio e Mauro Torrisi, segretari generali rispettivamente della Cisl catanese e della Fit Cisl etnea «in attesa dell’intesa che dovrebbe arrivare dalla Presidenza della Regione Siciliana, occorre non perdere di vista le priorità che abbiamo indicato da tempo – e da ultimo, allo stesso sottosegretario Giancarlo Cancelleri – per la gestione amministrativa e strategica del porto, come ad esempio, la messa in sicurezza del porto e la legalità contrattuale e lavorativa al suo interno».
«La prima -specificano Attanasio e Torrisi – rientra nel complesso nel potenziamento delle strutture portuali etnee, come la “mantellata”, e legata a doppio nodo con i cospicui investimenti previsti per la zona economica speciale (ZES) e con quello che comporta per il commercio che passa per il Mediterraneo e per mantenere la continuità territoriale e le autostrade del mare».
«La seconda – aggiungono – su cui la Cisl ha dato varie volte l’allarme, rientra nel contrasto alle diffuse irregolarità contrattuali che sappiamo essere presenti nelle varie attività all’interno del Porto (dalle commerciali a quelle squisitamente portuali). A tutela dei lavoratori e dei loro diritti, sarebbe opportuno che l’Autorità coordini le attività ispettive di Inps, Ispettorato del lavoro e forze dell’ordine per scovare e sanzionare tali forme di sfruttamento e di comportamento illegale».
Secondo Attanasio e Torrisi «anche in tale prospettiva, il presidente dell’Autorità di sistema, assieme alle istituzioni competenti, deve proseguire l’impegno ad affrontare e risolvere la paradossale situazione del porto etneo, dove, a fronte di un aumento dei movimenti di merci sta facendo seguito la “fuga” di importanti aziende del trasporto su mare. Ai lavoratori, vittime di tale paradosso, va riapplicato l’articolo 17 della legge 84/94 per creare quel bacino che possa garantire anche le condizioni perché lo scalo etneo mantenga la sua funzione strategica, proprio nella ZES».
Per i due dirigenti della Cisl catanese «tutto ciò, oltre a creare un grave danno ai livelli occupazionali pregiudica anche lo sviluppo del porto e il suo ruolo, in contraddizione con ciò che invece prevedrebbe l’istituzione della ZES e le prospettive a essa legate».