Home Economia Nuova fabbrica Intel, impegno corale per il sito nel polo Ict catanese

Nuova fabbrica Intel, impegno corale per il sito nel polo Ict catanese

Catania deve diventare attrattiva per gli investimenti: serve Patto per il lavoro, con infrastrutture anche formazione, costo del lavoro e le procedure snelle previste dalla ZES

Catania, 23 settembre 2021 – Catania potrebbe essere il polo attrattivo per gli investimenti che Intel farà in Europa, insediando nuove fabbriche di semiconduttori ad alta tecnologia per dispositivi avanzati. Avere un’alternativa di lavoro aggiuntiva è fondamentale per i nostri giovani e per un vero riscatto della nostra comunità. Ma la politica deve rendere concreta tale attrattività anche sostenendo gli accordi con le parti sociali e imprenditoriali per un nuovo Patto per la salute e il lavoro.

 

Ad affermarlo sono Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl etnea e Piero Nicastro, segretario generale della Fim Cisl sicliana, che così commentano l’eventualità che il Polo ICT di Catania ospiti un centro a supporto della produzione europea di Intel nei semiconduttori.
«Come riportato ieri dalla stampa nazionale e ribadito oggi da La Sicilia – dice Nicastro – Pat Gelsinger sta incontrando i vari Governi europei, tra cui anche quello italiano, per trovare gli ambiti territoriali idonei che possano accogliere una fabbrica di questa tipologia. In Italia si parla di Torino (Mirafiori) e Catania riconosciuto quale polo produttivo ITC».

 

«La FIM, assieme alla CISL catanese – rimarca il numero uno della Fim siciliana – hanno sempre affermato che la sviluppo industriale del territorio etneo rifiorisce per l’industria che crea valore, per l’alta tecnologia, creando un sistema produttivo innovativo ed evoluto. Continuiamo a sollecitare tutta la politica siciliana a rafforzare l’attrattività del nostro territorio e a vigilare sugli investimenti attraverso i Fondi Europei. Noi siamo disponibili a creare le giuste condizioni a sostegno dell’occupazione e il lavoro».

Secondo Attanasio «è un’importante opportunità di occupazione e sviluppo che Catania non può perdere. Ma il territorio etneo deve essere attrattivo, non solo per le pur fondamentali infrastrutture, ma anche per il resto del contesto, cioè formazione, costo del lavoro, sicurezza e, parte fondamentale della ZES, anche per lo snellimento delle procedure burocratiche e amministrative per i nuovi insediamenti. Sono alcuni dei motivi per cui la Cisl ha proposto a Confindustria un “Patto per il lavoro e la salute”, nel recente incontro con le altre forze sindacali».

Per Attanasio e Nicastro «serve un impegno corale da tutti gli attori dello sviluppo e della politica locali per incalzare il Governo a decidere di investire a Catania, per creare occupazione stabile e qualificata». «Non possiamo rivivere l’emigrazione verso il Nord – sottolineano – per poter vivere e sostenere una famiglia, vogliamo che i nostri giovani non debbano emigrare a Torino, come negli anni 60 e 70, a cercare fortuna (guarda caso) negli stabilimenti di Mirafiori, né immaginare che il RdC sia la sola risposta alla disoccupazione giovanile».

La FIM e la CISL sono impegnati ad accendere un importante riflettore sugli investimenti del PNRR nel Sud Italia. Su questo tema Il 30 settembre a Caserta, la Fim e la Cisl hanno organizzato un evento dove faremo sentire la nostra voglia di riscatto, per un vero rilancio industriale e occupazionale.

 

 

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