“Ancora una volta queste dinamiche si verificano in assenza di controlli, soprattutto nei cantieri privati. Il lavoratore è caduto da un’impalcatura a un’altezza relativamente bassa. Ma il tema è: perché a 67 anni si continua a lavorare rischiando incidenti mortali? E’ purtroppo una strage annunciata. E sicuramente gli interventi recenti del governo sulle pensioni tanto agognate dagli edili sono sempre più lontani”. A dirlo è il segretario generale Fillea Cgil Palermo, Piero Ceraulo, dopo la morte di un operaio specializzato in un cantiere privato in via Libertà. Il sindacato esprime cordoglio e vicinanza alla famiglia della vittima.
“Nonostante sia stata confermata l’Ape sociale – prosegue -, per noi i 41 anni di contributi e i 62 anni di età non sono sufficienti per dare risposte agli edili palermitani e siciliani, in una realtà in cui la media dei contributi da noi, nel settore delle costruzioni, è di 27 anni. Chiediamo come abbiamo sempre fatto maggiori controlli”. Dalle verifiche effettuate dalla Fillea Cgil Palermo nel sistema di Cassa edile ed Edil Cassa, il lavoratore non risulta censito e inquadrato come operaio edile. “Va verificata in che tipo di azienda lavorava, se un’azienda edile o del legno – conclude Ceraulo – Se era un falegname dovrebbe aver applicato il contratto del legno presso un’azienda”.
“Si muore ancora di lavoro ed è inaccettabile. Esprimiamo la nostra vicinanza alla famiglia dell’operaio scomparso nell’attesa di capire le cause di questa tragedia”. Così Luisella Lionti, segretaria della Uil Sicilia e Palermo, sulla morte di Michele Pisciotta, il falegname impegnato nella ristrutturazione di un appartamento di via Libertà. La Uil Sicilia ribadisce la necessità di aumentare il numero degli ispettori e controlli nei cantieri, fare maggiore prevenzione e più formazione.