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Dipendenti regionali, il pensiero di Ugl Catania sulle dichiarazioni del presidente Musumeci

CATANIA – “La dichiarazione del presidente della Regione Nello Musumeci sui dipendenti regionali è stata purtroppo un incidente di percorso, sicuramente fuori luogo, probabilmente dovuto ad un momento di rabbia.” E’ questo il pensiero a freddo del segretario territoriale della Ugl di Catania Giovanni Musumeci e di Giuseppe Zappalà, coordinatore dei dipendenti regionali per il sindacato catanese, dopo l’intervento del capo della compagine amministrativa regionale avvenuto lo scorso sabato nella città etnea a conclusione dell’evento “Giornate dell’energia.“ “Il governatore conosce bene l’assetto burocratico della Regione e sa molto bene che se non avesse trovato al suo fianco personale preparato e collaborativo, in tre anni di presidenza, non avrebbe certamente raggiunto i risultati che segnano il cambio di passo della sua gestione. Musumeci ha contezza circa la mole di competenze di ogni Dipartimento e l’esiguità delle risorse umane, soprattutto di categoria intermedia, che ogni ufficio denuncia ciclicamente. Se l’80% dei dipendenti in pianta organica ad oggi non avesse davvero fatto il proprio lavoro, avremmo registrato una paralisi senza precedenti – fanno notare i due sindacalisti. Per fortuna così non è, ed il numero di obiettivi conseguiti sono la cartina tornasole del fatto che i dipendenti seguono le direttive del presidente e dei suoi assessori. Anche nel recente periodo in cui lo “smart working”, all’improvviso, è dovuto diventare una pratica indispensabile per un corretto e sicuro prosieguo delle attività dei vari uffici. Ed a maggior ragione oggi in cui si può immaginare di applicare in toto la legge per continuare con l’esperienza del lavoro agile.

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È parimenti vero – aggiungono Musumeci e Zappalà – che c’è una quota di dipendenti regionali che, possibilmente, hanno urgente bisogno di essere riqualificati, maggiormente motivati, ricollocati adeguatamente oppure valorizzati a dovere, per rendere al meglio. Confidiamo quindi che questa uscita infelice, possa invece caratterizzare l’avvio di un’inversione di tendenza per un patto di metà legislatura tra amministrazione e lavoratori, per il conseguimento di nuovi traguardi anche con il potenziamento degli strumenti di lavoro, che la modernità offerta dalla tecnologia e la situazione emergenziale hanno imposto all’attenzione dell’amministratore pubblico.”

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