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Coronavirus: Uil, “Sicilia arancione desta sconcerto”

Palermo, 5 nov. – “Oltre ai dati epidemiologici, è l’immagine dei pronto soccorso circondati da ambulanze che spiega perché sia stato necessario adottare misure eccezionali per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, malgrado gli elevatissimi costi economici e sociali che comporteranno. A fare la differenza, rispetto alla prima fase, è però il livello di insofferenza molto più elevato. Per questo è importante che ci sia massima chiarezza sui criteri adottati per definire le misure”. Così il segretario della Uil SiciliaClaudio Barone commenta l’inserimento dell’isola nella zona arancione per rischio Covid.

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“La decisione di classificare la Sicilia come zona arancione, a fronte di altre regioni in condizioni equivalenti (se non peggiori) desta sconcerto – aggiunge – Su questo tipo di scelte serve massima condivisione e corresponsabilità da parte di tutti i livelli istituzionali altrimenti, all’oggettivo disagio per le restrizioni, si aggiunge anche un sentimento di rifiuto. La Uil ha già intrapreso un confronto con l’assessorato regionale alla Sanità e lunedì prossimo è in calendario il prossimo incontro. Vogliamo capire come si intende fronteggiare l’emergenza sanitaria facendo il punto sui posti delle terapie intensive e delle basse intensità assistenziali. E ancora quale sarà l’impatto sulle grandi strutture ospedaliere e periferiche.Non dimentichiamo, infatti, che esistono anche altre patologie oltre il Covid e per questo non si possono abbandonare al loro destino gli altri ammalati gravi”.

“Non è una situazione facile da gestire – conclude Barone – Bisogna dare risposte al personale più esposto negli ospedali e nel servizio di emergenza urgenza. Servono nuove professionalità, prevedendo che venga anche riconosciuto come titolo preferenziale per accedere ai concorsi e alle specializzazioni l’impegno in questa condizione di emergenza. E’ necessario, infine, recuperare gli storici ritardi sulla medicina del territorio che ha causato sino ad ora un sovraccarico nelle grandi strutture ospedaliere. Chiediamo che i confronti con assessorato, 118 e Asp non siano formali ma diano risposte concrete”.
(Adnkronos)

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