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Cisl: vendita aeroporto, chi pensa al futuro dei lavoratori?

CATANIA – «Privatizzare sì o no, ma chi pensa ai 1200 lavoratori dell’aeroporto di Catania?» A chiederlo sono Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania, e Mauro Torrisi segretario provinciale Fit Cisl, che così intervengono nel dibattito sulla privatizzazione dello scalo aereo catanese rilanciando i temi della razionalizzazione dell’handling, dei precari e dell’adeguamento dei contratti.

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«Concordiamo con la opportunità di un maggior approfondimento della procedura di messa in vendita di parte del pacchetto azionario – aggiungono – ma ciò che più ci interessa come sindacato è che nel confronto tra le varie posizioni di chi ha responsabilità sul destino del “Bellini” non è stato ancora spesa alcuna parola su un altro destino, quello chi opera ogni giorno nello scalo e ne permette il funzionamento: i lavoratori».

«L’aeroporto di Catania – spiegano Attanasio e Torrisi – si conferma volano di economia e sviluppo per il territorio della Sicilia orientale (e non solo) e per tale motivo va posta grande attenzione e studio in tutte le operazioni che ne coinvolgono il futuro. E il mantenimento del livello occupazionale è un punto cruciale di ogni vicenda che riguarda lo scalo».

«Con la firma della clausola di sito del mese scorso – ricordano – abbiamo già affrontato e risolto unitariamente la vicenda dei lavoratori in sovrannumero a causa dell’abbandono di alcune compagnie di volo. Ora occorre razionalizzare il sistema dell’handling e dell’assistenza ai passeggeri, ove il rischio di flessioni è sempre presente, limitando il numero di aziende a due e ridistribuendo i lavoratori».

Per Attanasio e Torrisi «vanno normalizzati gli esuberi, poi stabilizzati tutti i lavoratori precari dell’aeroporto. Infine, va adeguato il contratto degli addetti alla sicurezza al CCNL Assoaeroporto e non all’Assologistica. Attendiamo al più presto di essere convocati per affrontare la questione che non è assolutamente secondaria rispetto alla vendita dell’aerostazione».

«Ma in tutta la complessa vicenda dei collegamenti da e per Catania – concludono Attanasio e Torrisi – non va dimenticata quella che deve diventare una vertenza regionale, la continuità territoriale. Il taglio annunciato di altri voli, tra cui alcuni collegamenti per la Capitale, ha fatto già lievitare i costi dei biglietti e penalizzando ancora una volta cittadini, lavoratori e famiglie della Sicilia orientale. Ecco perché ci appelliamo ancora una volta al presidente Musumeci perché riporti con maggiore incisività nell’agenda politica l’affermazione della continuità territoriale così che non sia soffocato il diritto alla mobilità, all’occupazione e allo sviluppo dei catanesi e dei Siciliani».

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