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Cisl: assistenza disabili, non convince il bando che rischia di innescare pericolosi dualismi

CATANIA – «La scelta di affidare alle associazioni del Terzo Settore, i servizi socio-assistenziali a favore di soggetti disabili del Distretto Socio Sanitario 16, non ci convince del tutto e temiamo che, se non ben articolato con vincoli professionali e contrattuali, inneschi un dualismo pericoloso che potrebbe portare al dumping contrattuale ed economico a scapito anche dell’efficacia del servizio prestato. Il Distretto se vuole modificare i principi della legge 328/2000, deve prima avviare un reale e concreto confronto con le parti sociali individuate dalla stessa legge, a garanzia dell’universalità, della qualità e della continuità del servizio».

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È quanto afferma Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania – in seguito all’emanazione dell’avviso pubblico, in questi giorni prorogato, per partecipare al bando del Distretto Socio-Sanitario 16, di cui il Comune di Catania è capofila dei comuni di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia.
«È vero che la legge 328/2000 prevede di favorire la pluralità di offerta, garantendo il diritto di scelta fra gli stessi servizi – spiega Attanasio – ma abbiamo ravvisato due criticità insite nel bando che ci preoccupano: la prima, accomunare e/o sostituire servizi che sono già prestati da personale dichiaratamente professionalizzato e contrattualizzato con quelli che potrebbero essere prestati da soggetti che, per la forma giuridica degli enti, possono essere reclutati anche con formule contrattuali e professionali diverse, senza pretendere prestazioni adeguate ma per ottenere un risparmio economico. Nel bando, infatti, non vengono citati né quali CCNL verranno utilizzati e nemmeno quali requisiti devono avere gli operatori».
«La seconda – continua il segretario della Cisl etnea – riguarda il principio generale che deve stare alla base delle prestazioni dei servizi sociali, nello spirito della legge 328/2000, cioè la presa in carico globale del soggetto debole, disabile o anziano o famiglia in difficoltà, che determina nell’ente pubblico il dovere a predisporre, d’intesa con la ASP, il progetto individuale e, quindi, i servizi da erogare che, di certo, non possono essere spezzettati e resi in ore una volta da uno e una volta da un altro soggetto».

Secondo Attanasio «occorrono nuovi modelli di welfare comunale, innovativi, dinamici e calzanti, capaci di superare logiche “vecchie” che per diversi anni hanno prodotto un sistema slegato dai principi contenuti nella norma e dai bisogni dei cittadini». «Gli addetti ai lavori – aggiunge – sanno bene che, paradossalmente, oggi come non mai si possono utilizzare e assommare fonti di finanziamento comunitari, nazionali, locali e delle Fondazioni, ma che occorrono anche una buona e oculata programmazione, una completa progettualità e una rendicontazione della spesa veloce ed esperta».

«Questi sono solo alcuni dei principi al quale si ispira il modello innovativo di welfare alla cui formulazione sta lavorando da due anni la Cisl catanese – sottolinea – con idee e proposte che, attraverso una “anagrafe degli assistiti” e di aree di intervento omogenee identificate da chiari “filoni di finanziamento”, punti, con la presa in carico della persona, a ottimizzare la sinergia tra gli enti preposti all’erogazioni dei servizi, a razionalizzare le azioni e le risorse, a non generare duplicazioni di alcuni servizi, per tutelare la persona che usufruisce del servizio, avviare reali politiche di inclusione e salvaguardare i diritti dei lavoratori che prestano la propria opera, ivi compresa la giusta retribuzione».

«Per tale motivo, nell’interesse dei lavoratori e dei soggetti serviti – conclude Attanasio – chiediamo all’assessore che nel bando venga specificato con quale contratto nazionale devono essere reclutati gli operatori e quindi i titoli da possedere, che tale contratto sia quello sottoscritto dalle organizzazioni sindacali maggiormente comparative, che tale contratto sia certificato e depositato presso l’Ispettorato provinciale del lavoro, al fine di evitare episodi di dumping economico e previdenziale».

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