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25 aprile, anche per ricostruire Catania occorre un nuovo patto e la partecipazione di tutti

CATANIA – «Oggi la Cisl, in tutta Italia, celebra il 25 Aprile per ricordare un patrimonio di valori, di passione e sacrificio civile di uomini e donne di ogni estrazione sociale. Un patrimonio che non bisogna disperdere, ma che, invece, occorre coltivare nelle giovani generazioni, nelle scuole, negli spazi di aggregazione, nei luoghi di lavoro e in tutti gli ambiti della società. Un patrimonio di partecipazione e condivisione che a Catania deve diventare un nuovo patto, un “cammino collettivo” per coltivare la speranza e la rinascita della città, proprio come avvenne per la Liberazione 74 anni fa».

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Sono le parole di Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania, in occasione della ricorrenza del 25 Aprile, Festa della Liberazione.

«Questo 74° anniversario della Festa della Liberazione è oggi ancora più sentito dalla Cisl – spiega – vistI i recenti episodi accaduti, i messaggi distonici di chi rappresenta il Governo e la grave situazione che sta attraversando la città di Catania e i suoi cittadini. Ecco perché la Cisl ritiene che, anche per Catania, occorra ripartire dai temi fondamentali della nostra Costituzione che, accanto alla libertà, alla tolleranza, al pluralismo delle idee e dell’informazione, mette il diritto al lavoro.

«A Catania – ricorda Attanasio – i recenti avvenimenti hanno messo ancora una volta in evidenza una società frammentata, dove ci sono tante persone deboli e sole che, spesso, non hanno voce e volto per esprimere la voglia di cambiamento e di riscatto sociale. Ma senza lavoro non c’è libertà, sviluppo, coesione sociale. È il lavoro che rende liberi gli uomini e le donne, che ci rende comunità e società civile. E la libertà non ha colori, non è proprietà assoluta, non è dei singoli! La libertà è lavoro, diritti, stato sociale, espressione di parola e di pensiero».

Per il segretario della Cisl etnea dunque «come alla liberazione d’Italia contribuirono partigiani che erano, lavoratori, insegnanti, preti, carabinieri, giovani, donne e uomini mossi da un unico ideale di democrazia, così a Catania per ricostruire la coesione sociale occorre la partecipazione e la corresponsabilità di tutti, altrimenti saremo colpevoli di aver abbandonato la città all’oblio, al populismo di certa politica, all’antagonismo sterile e alla concezione in cui prevale solo la logica del più forte sui deboli».

«E il ruolo del sindacato e dei corpi intermedi è fondamentale in tale percorso – conclude Attanasio – perché tanti lavoratori, tante associazioni del lavoro e della società civile credono ancora che un’altra strada sia possibile, ma per percorre questa strada occorre il confronto serio con chi rappresenta le istituzioni e la politica, lealtà verso tutti i cittadini, corresponsabilità e coprogettazione di un nuovo modello di amministrare la cosa pubblica. In un solo termine, occorre costruire un modello di concertazione sociale che attraverso “un nuovo patto” faccia rinascere Catania».

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