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Ponte sullo Stretto: Salini (Webuild), “noi pronti, opera da 100mila posti di lavoro”

Roma, 9 apr. – Webuild è pronta a partire con il Ponte sullo stretto di Messina. Lo ha detto Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild in un’intervista a Stasera Italia. “La realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina è stata affidata al nostro Gruppo molti anni fa, dopo 30 anni di analisi e valutazioni di tutti i tipi, ed una gara internazionale che abbiamo vinto. E’ stato in seguito deciso di non avviare i lavori, ma investire nell’alta velocità ferroviaria fino a Palermo non ha senso senza ponte. Oggi il progetto è pronto e noi siamo in grado di farlo partire subito, anche perché sarebbe un’occasione straordinaria per attivare 100mila posti di lavoro in un’area che soffre drammaticamente per il fenomeno della disoccupazione”, ha spiegato Salini. Il ponte, secondo Salini, è un’opera che potrebbe rientrare anche nella lista delle grandi opere finanziabili con le risorse del Recovery Plan. “Il Ponte da solo vale 2,9 miliardi di euro, valore che sale a 7,1 miliardi a costi aggiornati considerando il progetto complessivo con tutte le opere connesse nelle aree interessate”. Il riferimento è alla metro di Messina, alle opere di sistemazione idrogeologica per le montagne circostanti, le strade di accesso, le strutture per far passare treno e macchine. “Si tratta quindi di un progetto che si potrebbe realizzare anche per fasi successive, utilizzando le risorse del Recovery Plan per quanto possibile”, ha aggiunto.

Grandi opere da realizzare seguendo il modello del Ponte Genova San Giorgio, realizzato dal gruppo dopo la tragedia del Morandi. “Il segreto dei record del ponte è stato crederci tutti, remando nella stessa direzione: amministrazione, società con forti competenze, cittadini. Questo – ha detto Salini – ha reso possibile la costruzione in tempo record, con un’amministrazione che ha superato ogni ostacolo con determinazione nell’assunzione delle decisioni necessarie, seguendo la normativa europea”. L’opera rimanda alla necessità di interventi di manutenzione tempestivi nel settore delle infrastrutture. “Le opere pubbliche hanno una loro vita di progetto e richiedono una manutenzione obbligatoria per tutelare la sicurezza dei cittadini e per contenere i costi, che tenderanno a lievitare se continuiamo a posticiparne i lavori. E’ dunque necessario costituire una squadra per la manutenzione delle opere del Paese sotto la regia coordinata di un general contractor. Noi ci mettiamo a disposizione del Paese, con la nostra capacità di coinvolgere tutta la filiera produttiva che gia lavora con noi, 7mila piccole e medie imprese”, ha proseguito Salini.
(Labitalia)

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