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L’artista Filippo Papa, ovvero La forza del corpo

Incontriamo un giovane artista siciliano ma che ha già tra le sue esperienze professionali un ricco bottino da cui trarre sempre ispirazione e linfa per nuovi progetti: Filippo Papa.
In un clima rilassato, tra un sorso di birra e qualche sigaretta la conversazione mette in luce aspetti inediti di un artista che vive il mondo di oggi radicato nel territorio e di forte respiro internazionale.

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Alfredo Polizzano: Partiamo dalla tua esperienza di performer?
Filippo Papa
: «Mi trovo molto a mio agio con me stesso e questo penso sia importante anche nell’espressione artistica, sentirsi liberi è fondamentale per un progetto che valga la pena di portare avanti. Non mi interessa la bellezza esteriore ma trovo fondamentale la percezione che si ha di sé».
Quindi non qualcosa di esterno.
«Esattamente, non è creta o colore ma si usa il proprio corpo come strumento espressivo».
Cosa intendi quando parli della bellezza?
«La bellezza ha molto a che fare con l’armonia. La nostra cultura è molto legata a quella che potremmo chiamare bellezza oggettiva. Oltre questo c’è un mondo intero da esplorare. Con questi elementi il concetto di Bellezza non può essere definito ma da artista credo che il senso estetico deve essere la guida in ogni campo di ricerca».
Nelle tue foto spesso c’è un’armonia costruita.
«Si, cerco sempre di far rientrare i miei progetti in stilemi estetici innovativi ma universali allo stesso tempo. Forzo molto la luce anche spesso superando i limiti tecnici. Fondamentali nella fotografia sono le regole. Bisogna conoscerle, studiarle, saperle usare bene per poi potersi permettere di non seguirle o infrangerle».
Il tuo primo approccio con l’arte?
«Grazie al teatro. Ho vissuto l’arte pienamente in tutte le sue forme poi ho scegliendo una strada piuttosto che l’altra. Tutto ciò che è creativo mi affascina, è la scintilla. In perfomance e fotografia mi lascio guidare da ciò che non conosco, sperimento, voglio scoprire sempre qualcosa di nuovo».
E l’architettura?
In passato ho anche pensato di voler fare l’architetto, poi ho capito che ciò che mi affascinava di più era volerla immortalare nei suoi mutamenti e quindi fotografarla».

Il tuo primo progetto?
«Catania in bianco e nero. Esperienza interessante perché Catania è una città in bianco e nero quindi ho voluto osare, esasperarne i tratti».
Città come Rotterdam, dove hai lavorato, sono coloratissime, come le rendi in bianco e nero?
«Lavoro molto con la luce, le forme e soprattutto il sole che attraversa le geometrie e rende i colori, nel bianco e nero, quasi più vivi. Mi affascina l’interazione tra natura e creazione umana».
Che rapporto hai con la spiritualità?
«Molto profondo, soprattutto nella ricerca personale. L’arte e l’architettura hanno sempre raccontato l’esigenza dell’uomo di innalzarsi verso il cielo».
Il Luogo dove vorresti tornare?
«Roma. È una città che mi fa stare bene, in un certo senso rappresenta tutto ciò che per me è importante, storia, spiritualità e bellezza».
Se domani andassi a Roma, cosa porteresti con te di Catania?
«La sua vivacità, Catania è viva, è sensuale, è carnale. Catania è più a misura d’uomo, è vulcanica, sanguigna. Ecco, mi piacerebbe portare il carattere di chi è nato sotto al vulcano, sempre in fermento».
Una caratteristica che apprezzi dei tuoi amici?
«Il fatto che riescono a capirmi. Mi ritengo una persona complessa, dal carattere difficile. Mi stupisco quando riescono a capire i miei viaggi mentali».
Quali sono le tue ossessioni?
«La ricerca di soddisfare il mio ego. So di essere sanamente egocentrico. La mia ossessione è la ricerca del mio ideale di perfezione».
La tua fonte di ispirazione nella ricerca artistica?
«Catania, dà sempre nuovi stimoli. Mi ispira molto la mitologia greca, la figura di Eros. Mi rivedo nella sua passionalità, la ricerca della bellezza, così come Narciso, il perdersi cercando sé stesso. Non solo innamorarsi di sé stesso ma guardarsi dentro e innamorarsi di ciò che si è».

Un tuo motto?
«Il corpo è la cattedrale dell’anima. Nelle mie performance proprio il rapporto col mio corpo nudo è fondamentale per esprimere questo concetto. Partire dalla consapevolezza del proprio corpo è il primo passo».
Arte performativa ieri e oggi, cosa ne pensi?
«Quella del passato ha un forte rapporto col corpo e l’azione che diventa performance. Era un modo per superare i limiti. Io mi sono avvicinato molto alla video arte, che permette un nuovo concetto di performance: lavorare dal vivo pur non essendo fisicamente in un posto specifico».
Cosa pensi del rapporto che la società di oggi ha col corpo?
«Il sangue in prima serata non fa scandalo ma corpo nudo sì. Per questo ho iniziato una crociata proprio sui social sostenendo che il nudo non è pornografia, è la nostra condizione più naturale. Progetto che sta andando avanti con Naxed, arte senza censura.  https://www.filippopapa.com/naxed/»
Il tuo lavoro più amato?
«Circle. È un progetto legato all’architettura sulla cupola del duomo di Milazzo che ha segnato anche un mio cambiamento stilistico in cui attenziono più le forme che le linee legate all’architettura».


Il tuo sogno di felicità? Se avessi il potere di strutturare il paradiso, come lo faresti?
«Il mio paradiso sarebbe un posto dove vivere per quello che più desideri. Fare tutte le cose che non hai potuto fare, stare con tutte le persone che ti sono state vicine per tutta la vita».
Ti sei sentito amato?
«Si, tantissimo. Mi sento amato, ho amato e amo veramente. Ciò che mi fa più paura è essere deluso da una persona che ho amato. Farei qualsiasi cosa per amore. Ci vuole coraggio, svegliarsi ogni giorno e scommettere. È questo che rimprovero a chi non ha creduto in ciò che abbiamo vissuto».
Hai mai fatto degli errori?
«Si, idealizzare, ostinarmi ma non esiste giusto o sbagliato, l’importante è creare e vivere con passione anche se ci si fa male ma almeno si è vissuto veramente».
Biografia essenziale
Filippo Papa nasce a Leonforte nel 1986. Le sue competenze vanno dalla fotografia, al graphic design, alla produzione e promozione di eventi culturali, videoarte e dalle installazioni artistiche alla performance art.
Ha ottenuto numerosi premi, riconoscimenti e pubblicazioni. Nel 2012 una delle sue foto è stata selezionata fra le migliori a livello mondiale nel portale del sito di Vogue. Nel 2014, è stato pubblicato il progetto fotografico “Catania in bianco e nero”, da parte del programma Tgr Mediterraneo, su Rai 3. Ha curato il workshop di grafica “Guarda, immagina, crea” presso la Fondazione Puglisi Cosentino di Catania ed ha insegnato “Disegno e Storia dell’Arte presso l’istituto A. Moravia. Nel Nel 2018 ha ideato e promosso il progetto contro la cesura del nudo artistico e l’arte erotica dal nome “Naxed” lanciando l’hashtag #ArteSenzaCensura.
Nel 2020 è stato inserito tra un’élite di artisti di fama mondiale, protagonisti dell’Atlante dell’Arte Contemporanea, edito dalla storica casa editrice De Agostini.
Attualmente vive e lavora e Catania.

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