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Il Prof. Luciano Rispoli: fondatore della Scuola di Psicoterapia Funzionale

Una vita infinitamente spesa verso la ricerca: Fondatore della Scuola Europea di Formazione in Psicoterapia Funzionale (SEF), della Società Italiana di Psicoterapia Funzionale (SIF) e della EIPF (Ecole Internationale de Psychothérapie Fonctionnelle – Escuela Internacional de Psicoterapia Funcional). Membro attivo sin dall’inizio di Organizzazioni Internazionali importanti della Psicoterapia: già Presidente della Società Italiana di Psicoterapia e Psicologia Clinica. Membro onorario dell’European Association for Body-Psycotherapy (EABP), del Comité Scientifique Internationale de Psychotherapie Corporelle (CSITP). Presidente onorario della Associazione Italiana per la Psicoterapia Corporea (AIPC). Autore di progetti per l’Infanzia e Adolescenza in diverse realtà, in Italia e all’Estero. Già docente di Metodologia clinica e prevenzione psicologica presso l’Università di Enna. Le sue ricerche hanno spaziato dallo studio sui Processi di psicoterapia e la loro valutazione, allo studio su Infanzia e Adolescenza, allo studio sui fenomeni dello Stress e la sua misurazione. Autore di 15 libri e di oltre 140 articoli pubblicati in Italia e all’Estero. Il suo viaggio negli studi, nella ricerca, nella professione, nelle istituzioni, nei congressi, nella formazione gli ha permesso di costruire e fondare l’area di pensiero, teorica e metodologica, del Neo-Funzionalismo. Ma il percorso è stato lungo, non sempre lineare, non del tutto facile, ma estremamente interessante e avvincente.

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Chi è il prof. Luciano Rispoli?
Una persona che con grande curiosità nei confronti della scienza si interessava dell’essere umano in tutti i suoi funzionamenti. Ho cominciato a interessarmi al mondo della psicologia e della psicoterapia già all’Università, e successivamente mi sono specializzato in Psicologia Clinica. Nel 1968 ero già tra i fondatori dell’Istituto di Psicoterapia Funzionale di Napoli (inizialmente Centro Studi W. Reich), quando in Italia non c’era ancora nulla di psicoterapie che prendessero in considerazione anche il corporeo, se non qualche studioso e qualche libro di compilazione degli scritti di Wilhelm Reich, lo studioso psicoanalista viennese, che contestando il modello classico della psicoanalisi, introdusse l’idea dell’unità tra corpo e mente, e della necessità di intervenire anche sul corpo in psicoterapia, perché il lavoro solo attraverso il verbale non era sufficiente.

In quegli anni, però, c’era in Europa un fermento molto vivo di sperimentazioni di altri tipi di psicoterapie, di psicoterapie a mediazione corporea (specie in Inghilterra, e in Norvegia dove aveva vissuti Reich negli ultimi anni prima di andare in America, oltre che negli Stati Uniti). Mi sono formato, oltre che con studi e letture, e viaggi, attraverso un training personale di psicoterapia carattero-analitica (così si chiamava la psicoterapia che seguiva le idee di Wilhelm Reich) dal 1970 al 1977; training affiancato da 4 anni di psicoterapia di gruppo e da due ulteriori training (con supervisione) svolti dal 1971 al 1974 con Ola Raknes (collaboratore di Reich in Norvegia) e, dal 1979 al 1986, con Bjorn Blumenthal di Oslo (esponente della stessa scuola fondata da Reich). La formazione (che in realtà non ha mai fine) è continuata con trainings intensivi e supervisioni con Alexander Lowen, Carl Rogers, Barrie Simmons, Eileen Wolckenstein, negli anni dal 1973 al 1980.
Mi sono sempre occupato della psicologia integrata, tra mente e corpo che si occupa della persona intera, sono uno studioso che scrive tanto, cerca di aggiustare le cose, cerca di trovare altre strade che possono essere migliorate che magari sono un po’ ferme nei convegni. Sono grato all’avanzamento scientifico nell’ambito delle neuroscienze, che ci ha permesso di dare prove inconfutabili sulla connessione mente e corpo e produrre nuova linfa per il Neofunzionalismo.

E da qui la fondazione della scuola?
Nel 1983 ho fondato la Scuola Europea di Formazione in Psicoterapia Funzionale (SEF) riconosciuta dal Governo e dal Ministero dell’Università e Ricerca Scientifica (con Decreto Ministeriale nel 2000), dall’EABP (European Association for Body-Psychotherapy ) nel 1997, e dal CSTIP (Comité Scientifique International de Psychothérapie Corporelle) nel 1987. La Scuola è nata perché ritenevo che la formazione in psicoterapia dovesse avere un vero e proprio corso teorico-pratico (e non la cosiddetta psicoterapia didattica secondo la pratica del tempo). La Scuola (che aveva già all’inizio la durata di 4 anni) ha 5 sedi riconosciute: Napoli, Catania, Firenze, Padova, Roma. Ma nei miei numerosi viaggi di lavoro, nei Corsi e nei Seminari che mi chiedevano di fare in vari paesi, ho finito per fondare e anche 2 sedi internazionali della Scuola: a Parigi EIPF – Ecole International de Psychothérapie Fonctionnelle (1996) e a Città del Messico EIPF –    Escuela Internacional de Psicoterapia Funcional (1997).

Che cos’è il Neofunzionalismo?
Partiamo raccontando brevemente prima del Funzionalismo, che è un indirizzo di ricerca in psicologia, inaugurato negli Stati Uniti alla fine dell’Ottocento da William James e John Dewey, che interpreta i fenomeni psichici non come elementi disgiunti, ma come funzioni mediante le quali l’organismo si adatta all’ambiente sociale e fisico. Si fa in genere coincidere il Funzionalismo con la Scuola di Chicago e con una pratica clinica ed evolutiva, che insieme sono state molto importanti per osservare la realtà. Il Funzionalismo però si era fermato sulla teoria dei funzionamenti nell’organizzazione funzionale della persona nell’ambiente, mentre noi siamo incarnati in una realtà ben più differenziata e ampia, influenzati in maniera dettagliata e soggettiva da tutte le variabili dettate dalle circostanze individuali. Ci fu un declino e un abbandono di tale affascinante e predittiva teoria: il funzionamento “mente e corpo” andava ripreso e studiato verso le “radici dell’essere vivente”. Così nacque il Neofunzionalismo un sistema sia teorico e anche metodologico operativo concreto con cui è possibile una precisa epistemologia nel guardare la “complessità”. Il singolo individuo, la coppia, la famiglia, il gruppo, l’azienda, una città, guardare il tutto e i dettagli insieme. Cominciammo a guardare la persona, le radici dell’essere umano, nei suoi aspetti simbolici, cognitivi, emotivi, fisiologici, posturali, motori, sensoriali, endocrini. Il Neofunzionalismo era un’idea di epistemologia del futuro, un’area di pensiero, non soltanto una teoria clinica, in quanto inquadrava la realtà a vari livelli e poteva essere applicata a tantissime situazioni.

Quali sono state le difficoltà della connessione scientifica “mente-corpo”, nell’ambito accademico?
Le difficoltà rispetto alla dimostrazione delle “variabili da considerare” sono state tantissime nell’ambito delle discipline corpo-mente, questo spiega perché per tanto tempo si è dovuto ricorrere al “riduzionismo”, almeno nell’ambito accademico. L’olismo di alcune altre teorie è stato molto vago: sulle energie, sulla spinta vitale, “il corpo è verità”, “il corpo parla”. Sono verità ma non realmente corrette, o quantomeno codificabili. Che cos’è questo corpo? Come lo si può guardare? Come lo si può vedere? E poi come guardare tante variabili? Per questo lo studio e riflessioni sulle parti costituenti l’organismo: le parti sono sempre in conflitto tra di loro. La parte adulta, la parte bambina, la parte conscia e la parte inconscia. Per questo la Scuola di Psicoterapia Funzionale, non opera sui “contenuti” della mente ma sul loro “funzionamento”.

È tutta la persona che si esprime in una funzione perché, ad esempio l’emozione-amore o l’emozione-tenerezza non è in contrasto con il movimento, con la respirazione, con il sistema neuroendocrino, e i neurotrasmettori: se aumenta la tenerezza non dovrebbe aumentare la respirazione. Se dovesse succedere, la “parte bambina” dell’adulto in questione è stata sacrificata da carenze, almeno, in tale ambito emotivo. La Teoria del Sé, e di come si è sviluppato, è una teoria un po’ nuova, che parla di funzioni organizzate, che non sono infinite e soprattutto non hanno un “senso gerarchico”.

Interessante il “senso gerarchico” tra corpo e mente. La maggior parte delle teorie psicologiche predilige la prevalenza della mente sul corpo mentre la Psicologia Funzionale?

La Psicologia Funzionale parla di funzioni, Le Funzioni sono le componenti del Sé, e allo stesso tempo rappresentano la persona intera. E poi ci sono le Esperienze di Base, Esperienze che il bambino attraversa nelle varie fasi del suo sviluppo e che conserva per tutta la vita come capacità di fondo, come Funzionamenti di fondo. I Funzionamenti di fondo sono alla base della nostra esistenza, producono comportamenti, pensieri, emozioni, gesti e atteggiamenti specifici nelle varie e differenti situazioni. I Funzionamenti di fondo sono essenziali e caratteristici della specie umana: le varie culture possono determinare solo i modi con cui questi si esplicano (gesti specifici, pensieri particolari, modi di usare le parole, ecc.). I Funzionamenti di fondo sono gli stessi dappertutto.

Per esempio in Giappone nell’ambito sociale non ci si abbraccia o ci si bacia per salutarsi ma nell’ambito privato queste funzioni, l’Esperienza di Base esiste: è un funzionamento di fondo in una scala di emozioni che vengono esplicitate, come in qualsiasi parte del mondo.

Come si collega il Funzionamento di fondo dell’emozione con l’adrenalina, con l’endorfina, con la respirazione diaframmatica, con il sistema nervoso vagotonico e con il  sisteme nervoso simpaticotonico? Come sono collegate le Esperienze di Base valutate a lungo descritte dettagliandole, in funzione di questo Sé, e come si muove nel mondo?

Si comincia dal bambino auspicando che possa continuare a svilupparsi senza perdere niente: le Esperienze di Base del “sapere tenere”, dell’”essere tenuto”, dell’ “essere protetto”; la “forza morbida” calda, aperta; “saper progettare”, “saper prendere qualcosa per Sé”… quando si applicano le tecniche della Psicoterapia Funzionale, si analizzano questi mancati sviluppi. Anche nei bambini piccoli nell’asilo: ad esempio l’Esperienza di Base dell’”essere tenuto”, magari c’era nel bambino: solo che nell’adulto si era perso. La Psicoterapia Funzionale ha studiato, verificato, e codificato le tecniche per far recuperare quel funzionamento che l’adulto, in questione, ha perduto. Il malessere è questo quando i funzionamenti non sono pieni e completi.

Le ricerche della Psicoterapia Funzionale riguardano un altro argomento sempre più attuale: lo stress, soprattutto lo stress lavoro-correlato…
Lo stress, soprattutto quello grave è quello che provoca un’alterazione nel suo funzionamento. In tutti i lavori ci può essere una parte in cui senti il benessere. Occorre un profondo contatto, la condivisione tra le persone che lavorano: nelle varie gerarchie, nel lavoro di equipe, sviluppare le Esperienze di Base.  Sarà utopia ma io mi immagino un capo che provi affetto per i suoi impiegati, e che gli impiegati lo possano ripagare, senza peraltro mettere in discussione i funzionamenti personali che riguardano il rapporto lavorativo . Troppo spesso nello stress-lavoro correlato si portano le Esperienze di Base di Sé alterate, e le condizioni di stress sono soltanto la punta dell’iceberg del nostro comportamento: la differenza sta che con la psicoterapia funzionale si riesce a codificare l’alterazione di quei determinati funzionamenti e con le tecniche della terapia si riesce a trovare una forma del ripristino dei funzionamenti.

Questa alterazione e ripristino dei funzionamenti riguarda anche le città, le nazioni, il mondo intero, ripeto: i funzionamenti di fondo riguardano l’essere umano da qualunque parte provenga e che a qualsiasi età può essere aiutato a ritrovare il suo benessere che gli è stato negato durante il corso della sua esistenza.

Per maggiori informazioni https://www.lucianorispoli.it/ e https://www.psicologiafunzionale.it/sef/

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Susanna Basile
Susanna Basilehttp://www.susannabasile.it
Susanna Basile Assistente di redazione Psicologa e sessuologa
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