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“Ippolito”, ai Benedettini la tragedia delle passioni estreme

CATANIA – Venerdì 19 luglio alle 21, nel Cortile del Monastero dei Benedettini, va in scena la tragedia “Ippolito” di Euripide, con Egle Doria, Silvio Laviano, Luana Toscano e Gianmarco Arcadipane, regia di Nicola Alberto Orofino.
L’evento – organizzato in collaborazione con il Teatro Stabile di Catania – è inserito nel calendario di eventi “Porte aperte Unict 2019 – L’Università per la città” che fino al 2 agosto propone concerti, proiezioni, spettacoli teatrali e incontri negli edifici storici dell’Università di Catania. I biglietti si possono acquistare al botteghino in loco: intero 10 euro, ridotto personale Unict 7 euro, ridotto studenti 5 euro.
Ippolito di Euripide è la tragedia delle passioni estreme. La passione di Fedra che è febbre d’amore altissima, senza nessuna possibilità di guarigione; la passione di Ippolito che è fanatismo e esaltazione di tutto ciò che è puro e casto (e quindi innanzitutto esaltazione per se stesso); la passione di Teseo, che è ira funesta e distruttrice in cui la grazia non trova dimora. Tutti e tre i protagonisti di questa tragedia verbalizzano le proprie passioni in maniera ossessiva. Sono tre personaggi vistosi, appariscenti, le cui parole hanno la capacità di analizzare, nascondere, cambiare, camuffare, dilatare gli eventi della tragedia. Personaggi estremi dunque, e con un’anima grande.
Gli attori come in un gioco di richiami ed evocazioni affronteranno tutti e nove i personaggi della tragedia di Euripide. Le trasformazioni saranno tutte sceniche e a vista, affinché ogni personaggio possa svelarsi nel suo corrispondente più prossimo nel modo più diretto e palese.
La tragedia è ambientata nell’America della fine degli Anni 50, l’America di Eisenhower, bigotta e omertosa, razzista e maschilista. Un’America che, al di là di tutto, comincia a rendersi conto della sua arretratezza e che accoglierà da lì a qualche anno l’inarrestabile rivoluzione culturale e politica promossa da Kennedy. Un tale contesto storico rispecchia bene e in profondo lo spirito e la forza dei personaggi della tragedia di Euripide. In continuo conflitto tra immobilità e movimento, tra bigottismo religioso e libertarismo, tra corpo e lavorio interiore.

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