Incontri d’autore Giuseppe Lazzaro Danzuso giornalista e scrittore
mer. 31 luglio 2019 | h 19 Palazzo Vigo di Torre Archirafi, Riposto (CT)
Conversazione d’autore Pro Loco Riposto Mondadori Bookstore
dialogherà con l’autore il giornalista Turi Caggegi letture a cura di Giambattista Galeano
Il Libro
Ritorno all’Amarina (Fausto Lupetti Editore, 2018)
Tutta una vita rivissuta, nell’ultima giornata del millennio, sul poggio di Monteporzio Catone con ai piedi la città eterna e nel cuore la Sicilia e la propria stupefacente infanzia.
Pur partendo da quella del protagonista e della sua pittoresca famiglia, la storia narrata in «Ritorno all’Amarina» riguarda in realtà un’intera generazione di italiani faticosamente passata dalla preistoria alla fantascienza. E che al termine di questa estenuante maratona sente disperatamente il bisogno di guardarsi indietro, di prendere fiato e salvaguardare la propria umanità attraverso il racconto di sé stessa e dei propri genitori, nonni, avi. Recuperando quel dialetto che è lingua del cuore.
Perché «Cunti con le gambe siamo. Cunti viventi. Cuntati beni o mali, ma cunti».
«Ritorno all’Amarina» è un libro nel quale chiunque abbia tra i quaranta e i settant’anni (e più) può riconoscersi. Non solo quei baby boomers vissuti in un’Italia felice, ancora povera ma che si sentiva ricca sfondata.
Era, quello, il Bel Paese delle maglie di lana rammendate, dei calzoni corti e delle ginocchia sbucciate, dei cravattini e del burro di cacao, dei gettoni telefonici e della Vespa, di «Tutto il calcio minuto per minuto» e della «Hit Parade» di Luttazzi, di «Carosello» e degli albori di una televisione che, allora, univa, insegnava.
Una buona maestra. Come Alberto Manzi.
Chi leggerà «Ritorno all’Amarina» potrà anche stupirsi di come giochi e filastrocche fanciulleschi fossero simili in regioni d’Italia tra loro lontanissime come Sicilia e Lombardia. O riconoscere in un pover’uomo etneo dalla pelle di cuoio l’ideale fratello del bottaio descritto in una poesia del furlano Pasolini. O constatare come il volo degli aquiloni, o il frinire dei grilli, o il miracolo delle lucciole (per non parlare della vista dei seni candidi di una contadina) suscitassero allora, nei bambini d’ogni parte della Penisola, le medesime, intense, emozioni. Indimenticabili. Come la carezza del proprio padre. Un libro, venato d’ingenuità, grazie al quale possiamo ricordare i fanciulli che eravamo e riderne. Ma anche commuoverci. E trovar pace.
L’autore
Giuseppe Lazzaro Danzuso è nato nel 1958 a Catania, dove vive. È sposato e ha quattro figli. Giornalista professionista ha pubblicato saggi sulla storia della tv privata e sulle tradizioni popolari siciliane oltre che raccolte di racconti. Ha anche realizzato diversi documentari.